La situazione francese comincia a diventare preoccupante.Azzoppato il mediocre compagno della Brunì,la figlia di Le Pen arriverà al 40% nei sondaggi.
D'accordissimo relativamente alla questione dell'impegno maggiore; che però gli insegnanti debbano restare fisicamente a scuola 36 ore per correggere e fare consulenza agli studenti mi sembra sacrosanto, come per qualsiasi altro ufficio. Non vedo perchè non debbano avere un normale orario di ufficio, entro il quale faranno tutto il necessario per poi andare a casa, rilassarsi e svagarsi come ogni altro dipendente al mondo.
Ciò detto, i problemi sono secondo me altri:
1) Non c'è sufficiente controllo/selezione sulle competenze, per cui ci sono insegnanti bravissimi ed altri che non han voglia di fare una fava;
2) Gli stipendi sono troppo bassi e gli scatti sono ancora adesso per anzianità.
Perché costerebbe un casino realizzare una cosa del genere, e quindi per una sorta di tacito accordo, lo stato risparmia e l'insegnante si gestisce le ore a casa.
Innanzitutto ristrutturare gli spazi scolastici per dotare gli insegnanti di uffici, come avviene in università. Non certo la sala professori con un cassetto a testa e un unico grande tavolo e il viavai continuo. Uffici magari anche con due o tre insegnanti, ma con singole scrivanie, armadio in cui riporre libri vari e attrezzature didattiche.
A questo si aggiunge oggi la necessità di un pc personale. Ormai non serve più raccogliere archivi di diapositive, acetati e materiale cartaceo. Molta roba si trova in rete, molte cose si preparano a computer. Però... però serve il computer.
Un insegnante moderno potrebbe gestire i tre quarti almeno della sua attività in elettronico; e potrebbe farlo stando in ufficio come tutti i comuni mortali. Peccato che l'ufficio non ci sia...
Il problema delle competenze nel campo insegnamento è delicatissimo.
Si può essere diointerra di una materia, e non saper trasmetterne una cippa.
La voglia di fare è un discorso separato dalle competenze. In genere segue una curva decrescente in funzoine del tempo. I primi anni sono di entusiasmo, di voglia di apprendere il mestiere dai ragazzi, di convinzione che molte cose si possono cambiare. Ci si mette in gioco, si sbatte il naso, si riparte guardando avanti.
Poi ci si accorge che non c'é niente da fare, il sistema è di gomma, i ragazzi spesso non collaborano, i genitori pretendono tutto... e a quel punto ci si siede. Sono pochi quelli che riescono, oltre un certo punto, a trovare la voglia di rinnovarsi. Cosa che richiederebbe tempo per l'aggiornamento, materiali, ma anche incentivi materiali. Un buon insegnante rischia lungo la carriera di diventare un insegnante demotivato.
nelle scuole private non insegnano professori impreparati o perdigiorno. sarà un caso
Guarda, ci sono scuole private d'elite in cui devi essere un gran professore, e scuole altrettanto d'elite, in cui i figli di papà pagano e quindi fanno quello che vogliono. In questo caso, il corpo docente deve essere abbastanza ovino da adeguarsi.
Mi trovi d'accordo su tutto. A questo aggiungo che la collaborazione dei genitori si sta tramutando in alcuni casi in aperta ostilità con minacce di denunce per il semplice fatto di cercare di aiutare ragazzi in difficoltà, perchè, ricordiamolo, il ruolo dell'insegnante non è solo quello di trasmettere la propria conoscenza ma anche quello di educare e intervenire in caso si accorga di disagi familiari o disturbi dell'apprendimento.
Ma è proprio qui che la situazione si complica. Far capire ad alcuni genitori che il figlio ha disturbi dell'apprendimento è come dire che il figlio è un ritardato (cosa non vera e facilmente dimostrabile) e le reazioni non sempre sono di collaborazione ma di ostilità.
Quando si dice che un insegnante ruba lo stipendio perché lavora 18 ore dimentica tutto questo, dimentica che spesso è una spalla per i ragazzi con problemi, dimentica che spesso si spende per risolvere problematiche di famiglie disagiate, favorisce l'integrazione e forma le menti delle generazioni future.
Ultima considerazione sulle scuole private. Non è vero che insegnano impreparati o perdigiorno. Insegnano professori fuori graduatoria che accumulano punti, spesso sotto pagati e che, proprio perché scuola è a pagamento, hanno limitatissime possibilità di manovra (si promuove e via).
Segnalibri