Spero di non andare troppo OT se esprimo in pieno quello che è il mio punto di vista sulla crisi attuale, da aspirante economista. Io penso che innanzitutto sia ormai sbagliato pensare di essere di fronte a una crisi , mentre credo che nella realtà siamo di fronte a un cambiamento storico epocale.
Che non è rappresentato dal fallimento del capitalismo, del neo-liberismo e dei mercati finanziari in se ma piuttosto dalle conseguenze di aver accettato senza remore e senza forse nemmeno pensare alle conseguenze il pensiero della globalizzazione dei mercati di beni e servizi, concedendo alle grandi corporation di delocalizzare ovunque.
L'altra grossa causa della crisi è quella che chiamo la "cultura del debito", ossia l'idea - totalmente keynesiana in questo caso, altroche liberismo - che un Paese possa risolvere tutti, e dico TUTTI i suoi problemi semplicemendo spendendo a debito o abbassando fortemente i tassi di interesse e concedendo quindi la casa a tutti.
La crisi, o meglio il declino drammatico che stiamo avendo da 5 anni ma che di fatto è partito già negli anni novanta, è frutto dello scontro tra queste due grandi linee di faglia.
Non pensiate che sia un no-global nel vero senso del termine: sono però convinto che la globalizzazione attuata mantenendo politiche diverse dei salari e dei diritti dei lavoratori, ossia quella che è stata attuata, sia stata per l'occidente un vero e proprio fallimento sotto ogni aspetto (perlomeno finora). Se in Cina, in India, ecc. le grandi corporation possono pagare i dipendenti meno della metà di quanto li pagano in Italia e i governi nazionali gli danno piena possibilità di delocalizzare secondo voi cosa aspettano loro?![]()
Peccato che la delocalizzazione significhi perdita dei posti di lavoro per chi ce li aveva e un generale sensibile abbassamento dei salari per tutta la classe lavorativa italiana, i cui salari ora si trovano a competere con quelli di paesi nei quali non esiste di fatto alcun diritto dei lavoratori. Ecco quindi che la globalizzazione diventa esattamente quello che stiamo vivendo: un trasferimento graduale di ricchezza da Stati Uniti ed Europa verso Cina,India e Indocina.
Immaginate come se tutta la ricchezza che ha l'occidente fosse contenuta in un vaso. Fino agli anni novanta, questo vaso è stato da solo e si è pian piano riempito. Una volta constatato che il vaso era pieno si è fatto comunicare tale vaso con un altro, quello dell'oriente. Per la legge dei vasi comunicanti pian piano il vaso dell'occidente ha iniziato a svuotarsi e quello dell'oriente a riempirsi. Il processo di svuotamento dovrebbe terminare quando la ricchezza dell'oriente sarà grossomodo identica a quella dell'occidente.![]()
E qui veniamo alla seconda causa della crisi: perchè infatti, la crisi è scoppiata tutto d'un colpo nel 2008, invece di essere un declino lento e graduale a partire dall'inizio degli anni '90, come avrebbe dovuto essere? Il motivo si chiama cultura del debito. E' abbastanza semplice: molte persone perdono il loro posto di lavoro, i salari diminuiscono, ma in ballo c'è per i politici il rischio di perdita del consenso elettorale.
Cosa si fa allora? Si prende a prestito e si finanziano programmi assistenziali per dare a tutti quello che avevano prima anche se grazie alla globalizzazione non è più possibile. E così ecco che in Italia a partire dagli anni '80, quando i primi segnali dell'incapacità di creare nuovi posti di lavoro dopo le crisi si sono manifestati, il debito pubblico ha iniziato l'esplosione. Sono state erogate pensioni a 50 anni, welfare sanitario nei minimi dettagli, e tanti altri piani assistenziali.
Negli USA il fenomeno della scarsa capacità di creare nuovi posti di lavoro ha avuto inizio invece solo nel 1992-93. E li cosa si è deciso di fare? La casa per tutti. Le banche sono state obbligate dal Governo a diventare agenzie di beneficenza e hanno dovuto concedere il mutuo a tutti,per non interrompere il volano dei consumi. Peccato che le banche non possono e non potranno mai agire come istituto di beneficenza. Si è così creata una bolla speculativa, che si è tirata dietro una montagna enorme di debiti sia dei mutuatari sia delle banche stesse, divenuti ben presto insostenibili, e quando la bolla è esplosa tutto d'un tratto ci si è resi conto che la crescita degli anni precedenti non aveva fondamento.
Il punto è proprio questo: anziche effettuare riforme nel campo dell'istruzione, della ricerca e dello sviluppo, del turismo per attrarre i nuovi turisti orientali, i governi europei e americani hanno risposto con stimoli che vanno benissimo nel breve periodo ma nel lungo sono del tutto insostenibili. Oggi il lungo periodo è arrivato.
Per interrompere la crisi e creare nuovi posti di lavoro quindi non serve demolire il sistema finanziario come vorrebbero molti ben pensanti, ma semplicemente capire quelle che sono le vere opportunità della globalizzazione e sfruttarle al massimo. Vuoi un esempio? L' Italia anziche lagnarsi e piangere dovrebbe chiudere le tantissime PMI inefficienti che vanno avanti solo grazie all'evasione e iniziare a puntare tutto sul turismo, sullo sfruttamento delle proprie risorse, che nei prossimi anni potrebbero essere oggetto di visita da parte di centinaia di milioni di indiani e cinesi improvvisamente ricchi. Vuoi sconfiggere il declino e invertire la rotta? Il modo giusto è quello. Vuoi continuare a piangerti addosso e tenerti le imprese inefficienti e l'assistenzialismo? Sprofonderai nel baratro.
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«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Tu non ricorderai bene, ma gli italiani oggi sono (ahimè) molto più patriottici di una decina di anni fa. Specie ora che molti hanno un nemico comune (la UE, la Germania, l'euro, bla bla bla).
Il patriottismo di sano non ha nulla, non si sceglie mica dove nascere e non c'è niente di cui andare fieri (nè di cui vergognarsi) ad avere un passaporto anzichè un altro. Il senso civico e il rispetto per gli altri è invece sano, indipendentemente da dove ci si trovi.
beh, se la cosa ti consola, anche un'impresa artigianale tutt'ora ha la possibilità di usufruire della cassa integrazione in deroga ( Aziende ) .
Devono chiaramente farne richiesta i tuoi titolari, ma te puoi sempre informarti tramite commercialisti o sindacati.
Il lato negativo è che i soldi li vedi dopo parecchi mesi dalla domanda (4-5 o forse anche 6), quindi questo potrebbe voler dire rimanere a casa senza prendere un centesimo per tutto il periodo,
e se qualcuno non ha le spalle coperte con un po' di soldi da parte o con un secondo stipendio del coniuge questo può diventare davvero un problema.
Inoltre dopo il periodo di cassa integrazione se la ditta decide di licenziare per riduzione del personale e se anche in questo caso hai i requisiti ( INPS - Informazioni ) esiste il sussidio di disoccupazione,
ovvero un assegno mensile che invece viene accreditato in tempi rapidi.
Ergo, se dovessero decidere di chiudere o di ridurre il personale non saresti proprio a piedi...![]()
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Lavoro da libero professionista, in un settore che sognavo da quando avevo 16 anni.
Diciamo che non mi posso lamentare, certo.. in chiave "futuro", allo stato attuale, non posso mettere in tavola alcun progetto per poter cominciare a pensare di uscire fuori dalle mura di casa e rendermi completamente autonomo, forse se la mia compagna iniziasse a lavorare.. allora si, ma altrimenti.. "casa dolce casa"...
d'accordissimo.
l'Italia ha mille difetti, a partire da una classe politica (senza esclusioni) che definire IDIOTA e' riduttivo, ad una mentalita' generale che, spesso e volentieri, dimostra di meritarsi chi CI governa.
Nonostante questo restera' sempre il MIO paese, indipendentemente da dove il lavoro o la vita mi possa portare.
Restringendo il campo e' un po' come il paese in cui vivo.... E' carino, ha un bel clima, gente decente... ma non mi sentiro' MAI un comasco. non e' nel mio DNA.
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non sono d'accordo. che non si scelga dove nascere non c'è dubbio, ma se si cresce dove si è nati ritengo lecito e sano essere orgogliosi del proprio paese. per questo ritengo che non sia il luogo di nascita a darti una nazionalità ma lo è invece dove cresci e ti viene impresso un modo di essere. quindi non ritengo insano il patriottismo, chiaramente non deve essere di tipo estremo, d'accordo, ed essere orgogliosi del proprio paese non significa denigrare gli altri paesi...
riguardo il senso civico sono pienamente d'accordo, ma sono concetti diversi. scusate l'OT.
Si vis pacem, para bellum.
Non ne vedo onestamente l'utilità. In paesi come la Svizzera convivono culture estremamente differenti, che si son messe insieme a puri fini pratici, e funziona tutto egregiamente. Gli stati a quello servono: per ottimizzazioni funzionali, econiche e di scala, non per tirar su muri tra una cultura e l'altra. Uno puó essere orgoglioso della propria cultura e delle proprie tradizioni, ma lo stato è una sovrapposizione politica e burocratica che nulla aggiunge e spesso molto toglie ad esse. Non vedo in che modo dovrei avere un comune sentire con un toscano o un triestino piuttosto che con un ticinese per il solo fatto di condividere il passaporto.
Fine OT.![]()
Anche io la vedo come fabry72 e jack9
Come mi sta andando il lavoro ? Direi quasi....inaspettatamentebene, almeno x ora: piccolo "passo" indietro, tanto per spiegare il tutto.
Da ormai diversi anni (2006) seguo gli investimenti di cienti della banca diciamo "private", ovvero con risorse investite di un certo importo: sino allo scorso anno il tutto era pero' quasi una "nicchia" separata dal resto dell'istituto, ovvero limitata ad un certo numero di clienti e quasi separati dal resto dell'alltivita' della banca stessa (ovvero quasi al di fuori delle filiali di riferimento).
Proprio dallo scorso anno si e' deciso, a livello di "vertici" aziendali, di creare un progetto di consulenti private questa volta pero' di gruppo, ovvero su tutta la rete delle filiali/banche appartenenti (quindi non solo qui al nord ma anche al centro e in Sicilia), progetto a cui peraltro ho partecipato in modo diretto e attivo in special modo nella sua fase iniziale.
In poche parole ora siamo un team di circa 30 persone in tutta la banca che seguono specificatamente la clientela "top", ovvero praticamente dal milione di euro in su, sempre e solo riguardo la parte investimenti: i clienti rimangono sempre "ubicati" presso le varie filiali di riferimento ma, rispetto a prima, come interlocutori riguardo il proprio risparmio hanno appunto direttamente noi.
I vari consulenti sono stati quindi scelti sull'intero territorio, diviso x zone: in diversi casi si trattava di colleghi che gia' da tempo seguivano detta clientela, quindi piu' che altro a questi sono stai "tolti" quelli di fascia/importi piu' bassi che verranno sempre seguiti dalla filiale ma da altre persone.
Nel mio caso, invece, visto che al piu' i miei "vecchi" clienti erano fuori provincia (brianza/milanese e non solo) ho dovuto ricominciare da zero, visto che mi e' stata assegnata tutta la zona che va da Sondrio verso l'alta valle (sino a Livigno insomma): ho pure cambiato ufficio (sempre qui a Sondrio, ora sono presso la sede storica della banca) e da novembre dello scorso anno ho iniziato a conoscere i "miei" nuovi clienti.
Obiettivamente all'inizio (sono a fine anno scorso) non e' stato semplice, visto che la banca gia' ci chiedeva "risultati" sin da subito (raccolta...): nel mio caso, non conoscendo la clientela, ovviamente mi sono trovato in difficolata' in tal senso.
Da inizio anno, pero', le cose sono decisamente cambiate: pur con badget di intermediato che inizialmente a tutti noi ci e' sembrato quasi "folle" (praticamente ci e' stato "caricato" a noi 30 consulenti la meta' del budget annuale dell'intera banca !![]()
), le cose sin da subito hanno iniziato a "girare" per il verso giusto.
Per farla breve: a fine maggio noi tutti abbiamo gia' superato il budget annuale di circa il 20%, personalmente ho praticamente gia' ora raddoppiato il mio annuale: in poche parole, su tali tematiche (risparmio gestito) stiamo facendo quasi l'intero budget della banca !
Per ora le soddisfazioni "personali" non stanno quindi mancando, ovviamente nell'immediato futuro cercheremo (personalmente ma anche come team, appunto) anche di....."avere" e chiedere![]()
all'azienda un certo tipo di tornaconto.....
Si vedra' !
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