Innanzitutto ci guadagna con un'indebolimento della leadership di Putin, ma anche con cambiamenti importanti nel Ministero della Difesa (da notare che non si è ancora visto o sentito Shoigu, tantomeno Gerasimov). Anche in Bielorussia, continuerà a fare "l'imprenditore" come ha sempre fatto, cosa impensabile mesi fa quando al Cremlino pensavano anche di farlo fuori, in qualche modo.
dalla storia si impara che non si impara dalla storia
E' probabile che Prigožin abbia ottenuto la cosa che più gli interessava, ossia che le truppe del Gruppo Wagner in Ucraina, che avrebbero dovuto finire sotto il controllo dello Stato Maggiore dell'Esercito a partire dal 1° luglio restino sotto il suo diretto controllo o quantomeno sotto quello indiretto, attraverso persone di sua strettissima fiducia. E' molto probabile che Putin decida di avvicendare Gerasimov e Šojgu ma di certo si guarderà bene da far passare la cosa come un cedimento a Prigožin, soprattutto in questa fase, dal momento che Prigožin è ancora considerato un criminale. Eventualmente per riabilitarlo ci sarà tempo nei prossimi mesi, sempre che Putin non decida di disfarsene...
Ultima modifica di galinsog@; 25/06/2023 alle 12:03
Tra l'altro se c'è un punto su cui Prigožin ha più spesso insistito, nelle sue critiche allo Stato Maggiore, riguardava proprio la necessità di occupare tutto il paese attaccando direttamente Kyiv e cercando di occuparla, per lui gli sforzi dovevano essere concentrati sulla regione di Luhansk, sul Donbass e sulla fascia costiera tra il Mar d'Azov e la Transnistria e non ne ha mai fatto mistero in nessuna dichiarazione. Ha sempre detto che attaccare la capitale ucraina è stato un madornale errore e che a maggior ragione, ora come ora, gli sforzi militari russi vanno concentrati ad est del Don e in particolare verso Luhansk e poi a Sud verso la Crimea. Che un attacco da Nord, dal confine bielorusso verso Kyiv possa tornare utile ai russi, come azione diversiva, per bloccare la controffensiva ucraina con un secondo fronte di guerra è sicuramente verosimile, ma perché Prigožin dovrebbe sacrificare i suoi uomini in un'operazione del genere? E soprattutto al con quale contropartita?
Bisogna dire che fin dall'inizio della primavera Prigožin minacciava di agire in modo eclatante contro lo Stato Maggiore e soprattutto contro il Ministero della Difesa e contro Sergej Šojgu (che è la sua vera "bestia nera"), insomma è probabile che ormai le aspettative, soprattutto all'interno del Gruppo Wagner, fossero salite talmente di livello da "costringerlo" alla ribellione. Il fatto che abbia potuto marciare per centinaia di Km nel territorio della Russia senza essere mai contrastato, nel corso della sua rapida avanzata verso Mosca, potrebbe essere dovuto a un tentativo di de-esclation da parte di Putin (era in corso una trattativa) ma potrebbe anche essere il segnale di un forte scollamento tra operativi dell'esercito, servizi segreti militari, Stato Maggiore e Ministero. Tra l'altro Prigožin, pur senza un passato militare degno di nota, è considerato molto vicino ad ambienti del GRU (il servizio segreto militare russo) e tra i vertici del GRU e Šojgu c'è una nemmeno troppo nascosta ostilità.
Ultima modifica di galinsog@; 25/06/2023 alle 12:51
dalla storia si impara che non si impara dalla storia
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