Un po' rudi? Direi totalmente inadeguate per un capo di Stato dato quello che è in gioco. E le proteste che si sono accese sono più che comprensibili.
A parte che come dici anche tu già il "condizionatore" (e i ventilatori) sono un bel problema (se per sbaglio facesse un estate anche lontanamente simile al 2003 i morti si comincerebbero a contare a decine di migliaia ad esempio), ma poi cosa significa "fino ad ottobre siamo a posto"? E poi? Quale è la strategia di lungo periodo esattamente con una quota di gas importato quasi dimezzata? Tornare al 1950 o al 1920? Razionare l'energia facendola usare solo per due ore al giorno?
Russia: "Svezia e Finlandia nella Nato non sono minaccia"
Una cosa la abbiamo ottenuta: la Russia ha esponenzialmente abbassato la cresta rispetto a solo un mese fa. Ora la Svezia e la Finlandia non rappresenterebbero una minaccia esistenziale per la Russia (ma come? E un mese fa?) da richiedere l’uso del nucleare in risposta, nemmeno le sanzioni.
Il punto è capire se riusciremmo a reggere senza gas, pur tra mille difficoltà. Quanto dici sui condizionatori è vero, ma anche il loro uso non impedisce tante morti durante violenti ondate di caldo che ormai ci sono ogni estate, e il problema interesserebbe in ogni caso più i paesi non mediterranei dove queste ondate non capitano ogni anno, e dove comunque nemmeno c’è un largo uso dei condizionatori in realtà (quindi problema che nemmeno si pone).
Dunque c’è solo da capire se ci sarebbero black out con gravi disagi che magari non impattano troppo sul PIL ma sulla popolazione certamente. Se questo scenario non fosse così tremendo si potrebbe anche fare questo embargo.
Noi chiudiamo ,come azienda alimentare serve tanto vapore che prendiamo dai generatori che ovviamente vanno a gas.
Mi sa tutte le aziende alimentari hanno le caldaie a gas .
Parlare di aria condizionata che viene a mancare é proprio ridicolo,poi noi in azienda mai avuta.
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Cosa succederebbe in Italia se la Russia chiudesse il rubinetto del gas? A prevedere i possibili scenari il governo che li ha disegnati nel nuovo Documento di Economia e Finanza in cui, ovviamente causa guerra, il contesto economico è in netto peggioramento.Il primo scenario meno drammatico prevede una sostituzione, anche grazie al coordinamento europeo, di buona parte del gas russo da altre fonti. In tal caso però il prezzo del gas raddoppierebbe dai 100 euro a megawattora ai 200 euro tra novembre 2022 e febbraio 2023 e quello dell’elettricità da 250 a 379 euro. Ma il Pil, dice il governo nero su bianco, reggerebbe l’urto perdendo 0,8 punti quest’anno e 1,1 punti il prossimo, mentre l’inflazione salirebbe di 1,2 punti ora e 1,7 punti nel 2023, l’occupazione già dello 0,6 nel 2022 e 0,7 nel 2023.L’altro scenario prevede che l’Italia non riesca a sostituire il 18% del gas russo quest’anno e il 15% nel prossimo e allora si dovrebbe procedere al razionamento. In tale scenario, i prezzi di luce e gas salirebbero del 10% rispetto al primo scenario e il Pil crollerebbe del 2,3% quest’anno e dell’1,9% nel 2023. In altre parole recessione.“Noi sicuramente faremo tutto ciò che è necessario per aiutare famiglie, imprese, per preservare il potere d’acquisto dei salari, delle pensioni. Tutto quello che è necessario all’interno, naturalmente, di una cornice di decisioni europee, di equilibrio dei conti. La disponibilità del governo c’è ed è totale” afferma nella conferenza stampa del Consiglio dei ministri.
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27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Beh non c'è molto da capire in realtà.
È una questione di libero mercato: si prezzano in modo diverso "i nostri valori".
E d'altra parte in particolare noi italiani siamo pur sempre quelli di Franza o Spagna...
Invece se vogliamo far finta di sembrare seri possiamo parlare di quanto sia pragmatico e non masochista restare legati mani e piedi alla fornitura di uno Stato canaglia, pagare quello che stiamo pagando e, tanto per aggiungere ulteriore ipocrisia, continuare a parlare di transizione verde e obiettivi di decarbonizzazione.
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Questo succede perché non stiamo facendo assolutamente niente per gestire la situazione, lasciando tutto al libero mercato. Al momento quei prezzi non dipendono da una effettiva scarsità, ma solo dell'incertezza futura.
Il problema di fondo è che l'industria è molto più sensibile al prezzo del settore residenziale, le persone mugugnano per la bolletta ma generalmente non fanno niente per ridurre i consumi, le imprese invece se non ci stanno dentro coi costi chiudono. Io per tutto l'inverno ho patito il caldo a termosifoni spenti perché i vicini li tengono a palla, adesso per fortuna il riscaldamento centralizzato è spento ma a Marzo avevo più di 23 gradi in casa. Al lavoro ci sono stanze che sembrano serre tropicali, mentre io che ho la stanza più fredda di tutto il palazzo non accendo più e anche prima lo facevo per poche ore al giorno.
Un banale decreto per anticipare la chiusura del riscaldamento farebbe risparmiare parecchio gas, ma non lo hanno fatto, probabilmente per timori di ripercussioni politiche (e qui forse la frase sui condizionatori è mirata anche agli alleati oltre che alla popolazione).
C'è poi da capire in che modo potrebbe essere razionata l'energia. Parlate di aria condizionata, ma in che modo ne verrebbe controllato l'uso? L'energia si usa anche per un sacco di cose molto più basici, tipo i frigoriferi. E poi le aziende con i macchinari potranno usare l'energia per lavorare ma non per gli usi non necessari (tipo aria condizionata)?
Mah, la vedo abbastanza impossibile da gestire
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