Ad ogni modo mi sembra che le cose siano prese fuori proporzione. Brutte cose, per carità. Attacco alla nostra civiltà o come vogliamo chiamarlo, va bene... però nel 2016 sono morte per attacchi terroristici, quante, 150 persone su un continente da 500 milioni? Sono due o tre incidenti di bus. Suvvia.
Ultima modifica di NoSync; 28/07/2016 alle 09:42
Beh si, bisognerebbe peró anche avere il coraggio di evitare quei paesi dove quel testo é cosi preso alla lettera quando si tratta di andarci a guadagnare belle somme di quel dio che mette tutti d accordo....
Anche tu sei stato diversi anni in Algeria se non sbaglio, é non credo in vacanza (correggimi se sbaglio).
Tanto per parlare della coerenza.
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C'è un pò di psicosi. Ieri a Torino allarme bomba alla stazione di Porta Nuova, tutto bloccato.
Questo clima è brutto, brutto, brutto e crea sempre più diffidenza.
Dall'aver paura all'odiare il passo purtroppo è molto breve, e molti lo hanno già fatto.
Io preferisco provare a ragionare un pelo, e con calma possibilmente.
Il problema del Medio Oriente è grande, e bisognerebbe tirare su un pippone che non finisce più. Guardiamo i foreign fighters, i terroristi francesi, belgi di origine araba nati e cresciuti in Francia. Che cosa è successo a loro?
Quello che è successo è una mancanza di identità. Ogni essere umano deve identificarsi in qualcosa: che sia un Paese, una regione, una provenienza, un club, una squadra sportiva: non siamo niente senza un'appartenenza a qualcosa. I genitori dei terroristi erano probabilmente algerini, venuti in Francia da giovani, gente che magari ha lavorato 12 ore al giorno senza fiatare, si è costruita una casa, ha creato una famiglia, ecc. I genitori avevano un'appartenenza: erano gli immigrati, cioè gli stranieri in un Paese non loro. Parlavano arabo in casa, la moglie portava il velo, continuavano a mangiare cous-cous ed erano musulmani, più o meno praticanti. Il problema sono stati i figli, nati negli anni '80 e '90 nello squallore delle periferie francesi, dove gli affitti bassi hanno permesso ai genitori di stanziarsi. Questi bambini poi diventati ragazzi si sono accorti di non avere appartenenza. Perchè non sono algerini: sono nati in Francia e vissuti sempre lì, probabilmente in Algeria saranno andati una o due volte da piccoli. Non conoscono l'arabo, o lo masticano pochissimo (i genitori magari parlavano arabo fra di loro e francese ai figli), e quasi nessuno lo sa scrivere, quindi non sono immigrati. Però non sono neanche francesi: dalla carnagione scura e dai tratti somatici arabi o nordafricani, si chiamano tutti Abdullah, Mohamed, Ali, non sono cristiani, ma non sono neanche musulmani praticanti. Sono cresciuti in scuole pubbliche dove c'erano decine e decine di gente come loro: pakistani, turchi, cingalesi, nigeriani di seconda generazione, ognuno proveniente da culture diverse e ammucchiati tutti insieme. Questi Mohamed per i francesi resteranno sempre degli stranieri, dei maghrebini; se questi Mohamed vanno in Algeria sono visti come dei "francesi" o comunque come dei non-algerini.
Quindi cosa sono? Questi ragazzi non hanno un'appartenenza.
Per questo alcune entità (come può essere l'Isis, ad esempio, ma anche altri gruppi estremisti) riescono a fare breccia nelle loro menti: offrono loro un'identità. Vieni con noi. Non importa che tu sia algerino, turco-cipriota immigrato in belgio, inglese dai genitori egiziani o quant'altro: te lo diciamo noi cosa sei: tu d'ora in avanti sei uno di noi. Te lo diciamo noi, sei musulmano, e noi siamo tutti fratelli. Tu sei con noi, nel nostro gruppo, ti diamo un'ideologia ed un nemico.
Ed ecco perchè alcuni cedono. Un pò per problemi personali, un pò per fissazione, ma sono abbastanza sicuro che il 90% ci finisce per questo motivo che ho detto qui sopra.
Lou soulei nais per tuchi
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