Vero. Del resto, il weekend serve per andare a fare shopping nei centri commerciali aperti anche la domenica sino a tardi, per l'aperitivo, il ristorante con gli amici, il cinema... mmmh... l'importante, fondamentalmente, è che il lavoro nel weekend sia quello degli altri.
Nell'insieme, qualquadra non cosa...
No, semplicemente essendo nei weekend dev’essere pagato di più.
Il fatto che molti che lavorano in ore serali e nel finesettimana prendano meno di me che faccio le mie ore infrasettimanali canoniche lo trovo assurdo. È OVVIO che uno preferisca fare settimana, e a ben ragione.
Assolutamente ovvio che se la prestazione di lavoro non è nei giorni considerati tutt'oggi "lavorativi", o in orario al di fuori della "normale" fascia - cioè la sera o i giorni festivi - essa deve dare adito a una maggiorazione nella retribuzione. Su questo non ci piove, anche se poi nella pratica di alcuni settori non è così.
Stabilito questo, vedo però problematico far quadrare i conti, e soprattutto una certa superficialità nell'analisi da parte delle parti in gioco, come se si trattasse di un problema isolato dal contesto e non di un elemento fra i tanti di un tessuto che è la società nel suo insieme.
Da un lato si è sviluppato il discorso del tempo libero, del divertimento, del trovare a portata di mano e possibilmente anche di portafoglio tutte le attività legate a questa sfera, anche perché si apriva un mercato vastissimo. Rilanciare l'economia, rilanciare le città i paesi le coste la montagna etc. significava offrire luoghi di svago e punti di aggregazione, e quindi creare lavoro, creare occupazione.
Dall'altro però i posti creati sottraggono domanda. Una fetta dei nuovi fruitori di questo periodo di benessere deve per forza andare dall'altra parte del bancone, cercando di stabilire un equilibrio. E qui inizia l'anti-gara a chi tira fuori la pagliuzza più corta... perché quando mi hai convinto a essere gaudente consumatore in nome di una meritata libertà, poi è difficile pensare che no, non sono io quello lì... io resto dietro il bancone a guardare gli altri - coetanei, ragazzi come me - che si divertono.
Per fortuna, i giovani non ci stanno, e il sistema non arriva a trovare il punto di q equilibrio per cui xx consumatori sono assistiti da yy servitori.
E' di questo che si stanno accorgendo ora molte delle attività commerciali del tempo libero proliferate negli ultimi anni, e che continuano a lamentarsi su "i giovani che non hanno voglia di fare sacrifici" e "pensano solo a divertirsi"... eh sì, cocchino, li avete cresciuti voi così, proponendo il pacchetto completo, dall'aperitivo a un bar mi sposto poi in pizzeria e poi mi trascino al pub in attesa della discoteca, tanto domani è domenica e dormo... bellissima idea, fa anche guadagnare tanto, però non potete poi pensare che si regga solo sul fatto che da qualche parte esistano poveretti pronti a lavorare quasi gratis per rendere possibile ciò, a beneficio delle vostre tasche!
Perché in effetti questo è.
Secondo me si è pompato troppo su questo immaginario di vita, perché creava consumatori, senza porsi la questione nella sua globalità, nelle sue ricadute.
Nel momento in cui si riesca ad avere contratti equilibrati, riconoscimento del valore del lavoro e retribuzioni adeguate, il prezzo dell'offerta salirebbe, e parte del sistema cresciuto in maniera abnorme si sgonfierebbe. Il problema sono le molte attività nate sull'onda della moda, troppe, che soccomberebbero.
Sto girando in tondo... è difficile in effetti avere botte piena e bevitori ubriachi.
Intanto, posso solo limitarmi a considerare che, per ogni volta che entro in un supermercato alle 20:45 sentendomi libera di decidere all'ultimo minuto cosa mettere in pentola, qualcun altro per me non è altrettanto libero di mettere su la propria pentola ad un orario adeguato. Qualcuno che è preso per il collo per farlo, o accetti o assumo un altro.
Evito il più possibile di fare la spesa al di fuori degli orari canonici, e sinora ci sono riuscita, ho sforato solo un paio di volte.
Ristoranti e pub la sera no, non riesca a non frequentarli. Ma mi piacerebbe sapere che quei ragazzi che corrono dietro ai tavoli e - alle mie pretese di avere anche il ketchup, "per favore me lo porti ma non quando le patatine sono fredde!" - rispondono al volo sotto lo sguardo del guard... del proprietario del locale, ecco, quei ragazzi mi piacerebbe sapere che fossero pagati in proporzione a quel frammento di loro libertà a cui stanno rinunciando in quel momento per darmi un servizio che non è essenziale alla mia sopravvivenza.
la maggiorazione serale, nel commercio, entra in gioco dopo le 22. e secondo me è scandaloso, laddove la maggior parte delle persone alle 18 ha finito di lavorare, i negozi qui (soprattutto centri commerciali) spesso chiudono proprio alle 22nei nostri negozi all'estero è molto più semplice. In Svizzera la domenica son chiusi, durante la settimana alle 18 chiudono. In Germania, Danimarca, Olanda idem, se aprono la domenica aprono per 4 ore la mattina.
Mi ha fatto specie la mia esperienza in svizzera: ti OBBLIGANO a fare una pausa di 10/15min ogni 2 ore di lavoro. Quando vado a formare devo stare attento all'orologio e tassativamente passate due ore bisogna fermarsi.
Da noi si lavora minimo fino alle 20, se si va in pausa ti guardano quasi storto, la domenica si lavora FISSO e la maggiorazione c'è, ma è abbastanza ridicola (35%), nei festivi è del 50%. All'estero nei festivi non si lavora mai, qui volendo si può lavorare anche a Natale (si vedano i supermercati aperti la mattina).
che significa? significa che il lavoratore conta meno di 0, quel che conta è fare cassa.
Si vis pacem, para bellum.
E qui si ripesca un'altra annosa discussione, quella sulle aperture nei festivi.
All'estero, dici, sono chiusi così come sono chiusi oltre l'orario normale di settimana. E riescono a sopravvivere come negozi. E anche come clienti che fanno la spesa, a quanto pare.
Da noi sembra invece diventato improvvisamente impossibile.
Si dirà che con gli orari di lavoro, il pendolarismo, il traffico, gestire i figli etc. etc. etc. non si può non fare la spesa / gli acquisti la domenica. vero. Ma non lo accetto come soluzione del problema.
Perché è evidente che il problema c'è.
Proprio il fatto che il lavoro e tutti gli annessi - compresi i figli che vanno "parcheggiati" (letteralmente, il termine è brutto, ma è quello che è, se lavori devi trovare il modo di mettere i pargoli in sicurezza da qualche parte e riuscire ad andarli a prendere quando te li buttano fuori) - non lasci più nemmeno il tempo di fare la spesa, ovvero non lasci più il tempo di dedicarsi ad altro che non sia la spesa, la domenica, significa che c'è un problema di fondo, sui tempi, sulla organizzazione, soprattutto sulla concezione che si ha di Lavoratore.
Che, appunto, non ha più voce in capitolo, a quanto pare.
Impossibile non è nulla, ma posso dire che non dover far spesa dopo l'orario di lavoro o magari tutti ammassati al sabato mattina significa evitare una gigantesca rottura di palle che dura quanto la vita umana?E questo indipendentemente dal lavoro, dalle condizioni, dalla produttività confusa con il numero di ore, dall'organizzazione e altri problemi oramai atavici del nostro sistema.
Problema, in particolare dal punto di vista organizzativo e della TFP, che negli USA non hanno, ma hanno lo stesso negozi/supermercati ecc. ecc. aperti 24*7.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Molto molto interessante questo aspetto, che spesso viene sottovalutato.
Diciamo che forse l'errore (magari involontario) che si è creato in questa società è l'assioma tempo libero = consumare. Mentre invece il tempo libero non è solo il consumare (fare l'aperitivo, poi la cena, poi i digestivi, poi la discoteca, poi il porcaro alle 04.00, la domenica al ristorante, ecc.ecc.) ma anche fare attività che non implichino per forza il consumo/acquisto che necessiti della presenza di altri che, anzichè godersi il tempo libero, lavorano. Passeggiate, gite, ritrovi con gli amici al fiume, picnic, ecc.ecc. Poi io magari ho una visione distorta, perchè qui viviamo praticamente in mezzo al nulla, e qualsiasi luogo/bosco/tetto/fiume è buono per star lì e far festa e qualsiasi cima/bosco va bene per andarci a camminare, probabilmente in una grande città è forse un pò meno semplice.
Negli anni '70/80, quando i centri commerciali sostanzialmente non esistevano e i negozi la domenica erano chiusi, la gente o andava fuori città (mare/montagna/lago) o stava in casa, si facevano i pranzi in famiglia, si giocava a carte, si godeva del tempo libero senza consumare, appunto.
Lou soulei nais per tuchi
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