Svegliato da una brutta notizia. Un'altro ragazzo che se ne va vittima della strada![]()
Ok, ma anche la lingua è un insieme di regole convenzionali in continua evoluzione, gli stessi "puristi" stile Accademia della Crusca sono continuamente costretti ad aggiornare i vocabolari e le stesse regole (per esempio l'uso del congiuntivo, che non è più quello di 50 o 100 anni fa).
Non credo sia tanto il dialetto a contaminare una lingua, o per lo meno non più come una volta. Oggi sono molto più forti e presenti le contaminazioni che arrivano dalla globalizzazione, dai mass-media (tv e internet in primis), dalle possibilità di viaggiare e quindi scambiarsi anche espressioni, vocaboli, modi di dire.
In un certo senso l'italiano non è mai stato così parlato come adesso, anche se è un italiano notevolmente "imbastardito" rispetto al passato.
Ma questo non è né un bene né un male: è così e basta. La lingua non è un parametro da sottoporre a giudizi di merito, ma va studiata con occhio distaccato e disincantato.![]()
Sì e no. Le fonti di influenza sono certamente molteplici, ma non è un caso che laddove la parlata locale (non necessariamente il dialetto) si mescoli più profondamente con l'italiano il risultato sia una lingua più scorretta e lontana dall'italiano standard, così come accade a Roma, ove a parere non solo mio ma di molti linguisti si parla il peggiore italiano del paese anche nelle classi sociali medio/alte. Il tutto, ripeto, prescindendo dalla pronuncia e concentrandosi semplicemente sul corretto utilizzo di tempi verbali, sostantivi e quant'altro.
Il fatto che tale parlata sia stata sdoganata, almeno in parte, dalla televisione (che, ricordiamo, oggi non richiede più agli speaker di frequentare corsi di dizione, cosicchè oggi ci ritroviamo con giornalisti che sbagliano i congiuntivi e triplicano le consonanti) rende la questione ancor più grave. La lingua è sì in continua evoluzione, ma può essere guidata, aiutata e supportata.
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