Ora è tutto più chiaro:

E’ noto da lungo tempo che le dimensioni (volume) del cuore sono maggiori nei soggetti allenati rispetto agli individui sedentari.
L’ecocardiografia ha permesso, solo in tempi relativamente recenti, di conoscere più particolari su questa ipertrofia cardiaca valutando, tra gli altri parametri, anche la dimensione delle cavità ventricolari e lo spessore delle pareti; si è così evidenziato che esistono due tipi di ipertrofia.
In soggetti allenati a svolgere attività che richiedono uno sforzo prolungato nel tempo (corsa, bici, nuoto, ecc.), l’ipertrofia è determinata prevalentemente da un aumento della capacità ventricolare per cui, il volume di sangue che va a riempire il ventricolo durante la sistole è maggiore e quindi si ha un maggiore volume di scarica sistolica.
Invece, in soggetti che svolgono attività dove si devono vincere forze cospicue o compiere sforzi di tipo isometrico (lotta, lancio del peso, ecc.), l’ipertrofia è dovuta prevalentemente ad un ispessimento della parete ventricolare per cui, la loro capacità di volume di scarica sistolica non aumenta considerevolmente come nei primi soggetti considerati.
Le dimensioni del cuore sono quindi influenzate dall’attività e dal tipo di allenamento svolto, come mostrano numerosi studi dove il volume cardiaco in soggetti sedentari presentava un incremento apprezzabile al termine di alcuni mesi di allenamento.(7)
Perché queste modificazioni abbiano luogo, sono però necessari tempi di allenamento relativamente lunghi ed i dati predetti, raccolti mediante ecocardiografia, hanno dato chiarimenti in merito alle stimolazioni necessarie ad indurre modificazioni nella funzione cardiaca.
L’allenamento per attività di resistenza richiede, generalmente, sforzi prolungati durante i quali la frequenza cardiaca, la gettata cardiaca ed il ritorno venoso, vengono mantenuti a livelli elevati.
La risposta a questo tipo di stimolazione, che possiamo chiamare "stress di volume", è l’ipertrofia cardiaca, consistente in un aumento di dimensioni della cavità ventricolare.
Per contro, i cuori di soggetti che svolgono abitualmente attività di breve durata, ma con elevata espressione di potenza, non vengono sottoposti a stress di volume, bensì ad aumenti intermittenti della pressione arteriosa. Si parla in questo caso di "stress di pressione" e l’ipertrofia cardiaca, indotta da questo stimolo, consiste in un ispessimento della parete ventricolare.

Estratto di un articolo di Tommaso Dionati