Parto dall'ultima parte del tuo intervento: hai ragione, nn ho letto la sentenza definitiva del processo Andreotti (penso di avere meglio da fare...) ma penso che sia sufficiente prendere atto di una sentenza senza avere l'obbligo ( o quasi) di leggerla, nn trovi?
Secondo: la tua analisi sul legame tra maggioranza e "ragione", non è una questione secondaria, tutt'altro.
Però se non legittimiamo le ragioni della maggioranza , legittimiamo quelle della minoranza? E' una questione antica come il mondo, questa e non mi sento di darti torto.
Forse dovremmo fare un'analisi che parta dalla reciproca legittimazione delle diverse parti politiche; pur facendo tesoro dei casi "storici" assolutamente corretti che hai citato, diciamo che "normalmente" le ragioni delle maggioranze si avvicinano al "sentire comune" di un popolo che proprio x questo dovrebbe essere assunto come base per le decisioni degli organi politici dello stesso Paese.
P.s. non mi è parso di "urlare" i miei pensieri; se così invece è sembrato a qualcuno, me ne scuso.
No, ovviamente. Ne puoi prenderne atto, ma non parlarne: parleresti (come fai) di cose che ignori.
Partiamo dalla fine: si dice urlare (nei forum) quando uno scrive in maiuscolo.
Per il resto. Entrambe le posizioni sono legittimate, minoranza e maggioranza. Non è questo il punto. E' che io posso non condividerle. Schifani è legittimato ad essere presidente del Senato, nel senso che ha compiuto tutti i passi secondo leggi. Ma io posso non essere d'accordo che lo sia.
Il fatto Travaglio nasce nel momento in cui uno critica la maggioranza. Allora scatta la saracinesca con richieste, a gran voce, di far tacere chi ha parlato. Senza che abbia detto nulla di falso. E' qui il corto circuito che, mi pare, tu ancora non hai colto. E' il fatto che la maggioranza si senta in diritto di ridurre al silenzio la minoranza.
La legittimazione non c'entra nulla.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Mi spiace leggere questi pensieri dettati solo da un accanimento fuori luogo e fuori di ogni ragionevole motivo contro Schifani; e poi Mastella? che c'entra il povero Mastella: è diventato il capro espiatorio di tutti i mali dell'Italia! in realtà al sua posizione è stata derubricata, mi pare......
Che poi sia l'emblema della casta politica italiana su questo nn ci piove, sono d'accordo con te: ma sui processi sommari di piazza no, bisogna usare altri strumenti, un po' più democratici....
E poi chi ha detto che Schifani nn può giurare sulla COSTITUZIONE ITALIANA? Non sostituiamoci agli organi preposti.......
Una volta questo nn era il male della destra?... Il populismo, il peronismo, il giustizialismo?
Sono pericolose queste strade, stiamo attenti ragazzi; finchè si parla in modo sereno pur nella diversità delle opinioni è una cosa, quando si comincia a porre dei VETI a qualcuno in nome di non ben indicate "giustizie" di piazza o di popolo, la cosa prende una brutta piega...
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Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Ti dico un solo pensiero e non mi interessa rispondere alla demagogia spicciola presente nella tua opinione:ben venga il giornalismo inchiesta al posto di questi impiegati,come ha detto giustamente Beppe Grillo,presenti in tutte le trasmissioni RAI,il cui compito è accomodare servilmente il potente di turno che si presenta in video.
Ditemi in cosa puo' essere giornalista Bruno Vespa (tanto per prendere come esempio l'emblema della categoria)?Nel fatto che funzioni come moderatore di una discussione in cui non mette bocca?
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CIAO TUB!
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Sì, c'è già un'inchiesta giudiziaria. Aperta almeno, che vada avanti poi è un altro discorso, ma non credo proprio...
Nel contempo c'è stato anche un altro processo, perché la stessa cosa che ha detto Travaglio fu pubblicata dall'Espresso nel 2002. Schifani querelò l'Espresso per diffamazione, il giudice ha dato ragione all'Espresso archiviando la querela, perché i fatti ai quali si riferiva erano veri (anche se di per sé non provavano nessun reato, ma semplicemente una conoscenza e frequentazione assidua del presidente del Senato ad un personaggio legato alla mafia).
Così stanno i fatti. Non entro in giudizi politici, lascio che siano i fatti a parlare e ognuno li legga a modo suo.![]()
Articolo che avevo già letto e che trovo fuorviante. Secondo D'Avanzo uno dei problemi sarebbe che Travaglio fa giornalismo di opinione e non di informazione; informazione, in questo caso, già resa in passato (Espresso, libri vari) e, dunque, non essendoci spunti nuovi era meglio tacere (per la cronaca: alla fine dice anche che esiste la pecca di Schifani di non chiarire, ma ci mancherebbe pure...).
Allora vada D'Avanzo per strada a indagare quanti italiani sapevano queste cose.
Vada D'Avanzo in strada a capire perchè milioni di persone difendono bellamente e quotidianamente persone impunite, losche, truffaldine e dalle amicizie orrende, mentre in altri paesi ti basta dire una bugia da 3 soldi per ritirarti, quasi, a far la calza.
Ci spieghi D'Avanzo perchè non ci sarebbe differenza se uno è un semplice cittadino, poi per esempio un deputato e, per finire, magari la seconda carica dello stato: ogni ruolo comporta lo stesso approccio? La responsabilità del ruolo non comporta una diversa esposizione e una più attenta ed assidua e dovuta e sacrosanta e democratica critica, in ogni spazio possibile?
Ci spieghi D'Avanzo perchè se l'informazione è resa su un giornale o su un libro allora finisce per essere esaustiva: che ruolo ha la televisione in tutto ciò? A quale media la gente accede più frequentemente? E, soprattutto, qual è il media più omertoso, meno informativo per il cittadino, se possibile più controllato da interessi comuni e trasversali? E, una volta risposto a queste domande, se ne faccia un'altra: è proprio fare giornalismo di opinione il fatto di portare in televisione, per la prima volta, ed all'attenzione di un pubblico più vasto un elemento importante riguardante la seconda carica dello stato? (non pinco pallino, ma la seconda carica dello stato)
Ci indichi infine D'Avanzo quale sia la strada da seguire, e quale il grande giornalismo di informazione che anima questo paese, che un giorno potranno portarci a far sì che ai ruoli di responsabilità si acceda dopo attento e condiviso processo valutativo, in base a principi - ineludibili - di chiara e cristallina etica e, soprattutto, dopo aver risposto alle domande che vengono poste, e non dopo averle eluse o non averle mai ricevute! E ci indichi anche quando sarà quel giorno. Presumo non presto, visto l'andazzo...
I modelli fanno e disfanno. I santoni del web cianciano.
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Always looking at the sky
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Dal blog di Beppe Grillo (si è centralizzato il problema).
Travaglio ha fatto alcune dichiarazioni, tratte dal libro scritto con Gomez: “Se li conosci, li eviti” e da: “I complici” di Lirio Abbate e Gomez. Nessuno ha chiesto in questi mesi il ritiro dei libri. Perché?
Travaglio ha avuto il torto di fare le dichiarazioni in televisione. Milioni di italiani che non leggono i libri lo hanno potuto ascoltare. Il problema è nel media, non nel messaggio. RAISET è cosa loro.
Schifani ha aggiunto: “Se c’è qualcuno che deve pagare dei prezzi li pagherà”.
Inizierei dalla Spagna. Frattini ritiri gli ambasciatori e La Russa si predisponga per una nuova Guernica. E’ la giusta risposta a El Pais, il quotidiano spagnolo più diffuso con mezzo milione di copie, che ha scritto il 29 aprile 2008, due settimane prima che Travaglio andasse dallo stuoino Fazio:
“Il suo nome (Schifani ndr) è stato associato dalla stampa italiana con la criminalità organizzata siciliana, dato che negli anni ottanta fu socio in una compagnia nella quale figuravano Nino Mandalà, boss del clan mafioso di Villabate, e Benny d’Agostino, imprenditore legato allo storico dirigente di Cosa Nostra, Michele Greco”.
Bombardiamo Zapatero e la stampa indipendente spagnola. ¡Que viva Franco!
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amo i records e poco i cambiamenti di configurazione dei forum.Stay human!
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