[QUOTE=ilbonardi;2456579]sì, e all'incremento post-bellico di produzione del cornetto algida dobbiamo l'analoga o più marcata contrazione dei ghiacciai in Alaska, Nuova Zelanda, Caucaso, Africa equatoriale, Bolivia, Patagonia, Indonesia, Svezia, Buthan, Canada artico, isole dei mari antartici ...
questa me l'ero persa! è fantastica.
In effetti in un sistema chiuso e in equilibrio: più ghiaccio nei frigoriferi, meno sui ghiacciai del mondo. Mi sembra logico. E' il teorema della conservazione dei cornetti, il teorema di Findus.
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Lasciando perdere le battute sui "gelati", ringrazio Clayco per gli ultimi interessanti suoi interventi.
Ciao
Giorgio
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Amante della Natura:Monti,meteo,mare,una piccola margherita.....
Non posso che dir grazie a tanto Artefice!
@clayco
VAW / SCNAT Glacier Monitoring Network
http://forum.meteonetwork.it/glaciol...ml#post2024640
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L'effetto prodotto dall'UHI è assolutamente irrilevante per quel che riguarda il trend termico di fondo. Si parla di 0.0055 gradi C / decennio a partire da inizio XX secolo (Folland et al. 2001, Brohan et al. 2006) e questo ha effetti minimi e trascurabili sulle temperature emisferiche e globali (Peterson & Owen 2005, Parker 2006), figuriamoci sui ghiacciai alpini!.
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il primo link non lo colgo sono i ghiacciai in calo (triangoli arancioni?)
Su peterson In vacanza su un’isola……di calore! | Climate Monitor
e poi questo che viene dopo nel 2007 ma che tanto conosci già
http://icecap.us/images/uploads/MM.JGRDec07.pdf
McKitrick, R.R. and P.J. Michaels, 2007, Quantifying the influence of anthropogenic surface processes and inhomogeneities on gridded global climate data, J. Geophys. Res. 112, D24S09, doi:10:1029/2007JD008465
Ma questi sono errori nei trend.
Quello che conta è la t che giunge ai ghiacciai
Certamente nella svizzera verde l'effetto isola di calore è meno evidente rispetto alla pianura padana.
Mi sembra di capire però che non ritieni importante l'effetto del calore antropico in uscita dalla pianura padana sui ghiacciai alpini, ne prendo atto, il calore antropico però c'è, basta vedere il riscaldamento di Milano rispetto al resto, poi da Milano questo calore da qualche parte andrà ....... ma forse è insignificante per i ghiacciai alpini.
Forse l'inquinamento termico antropogenico della pianura padana non influenza la temperatura dell'aria che arriva ai ghiacciai nemmeno in una piccola percentuale
Forse
io non lo so
Tu puoi dimostrarlo?
Sempre restando la temperatura come prevalente nello scioglimento dei ghiacciai, al congresso sullo stato del bacino di Pò a Piacenza del 2007 (in allegato) dissero:
"Ghiacciai alpini in discesa per aumento delle temperature e per diminuzione delle precipitazioni."
POi sulle altre cause mi pare che fosse proprio Ilbonardi a sostenere che prima della crescita della CO2 l'uomo avesse contribuito al riscaldamento del pianeta con la deforestazione ( attenzione non per la CO2 che sarebbe altresi aumentata qui si parla del prima che la CO2 aumentasse) ma anche con l'agricoltura, il prelievo d'acqua, l'urbanizzazione ecc cioè la use land.
"Il carretto passava e quell'uomo gridava gelati" l'immortale Lucio
Io invece voto algida a me piaceva il magnifico alle castagne.
L'allegato non lo prende dovete googolarlo "Congresso del Pò clima e ambiente 23 novembre 2007 Piacenza Alessandro Bratti Arpa emilia romagna"
Sì, e c'è anche l'ipotesi di Ruddiman.POi sulle altre cause mi pare che fosse proprio Ilbonardi a sostenere che prima della crescita della CO2 l'uomo avesse contribuito al riscaldamento del pianeta con la deforestazione ( attenzione non per la CO2 che sarebbe altresi aumentata qui si parla del prima che la CO2 aumentasse) ma anche con l'agricoltura, il prelievo d'acqua, l'urbanizzazione ecc cioè la use land.
Cmq sul controllo di qualità dei dati meteorologici, forse può essere utile dare un'occhiata anche a questo paper (pdf tostarello) nel quale viene spiegato il tool del modulo VERA (Vienna Enhanced Resolution Analysis) sviluppato al Dipartimento di Meteorologia e Geofisica dell'Università di Vienna. È usato per test di plausibilità spaziale con stazioni adiacenti e permette di ottenere informazioni su possibili errori sistematici, valori sospetti e sulla rappresentatività di una stazione in contesti di bias indotti, ad es., dall'effetto UHI.
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Il land use è parte integrante (insieme alle immissioni di combustibili fossili) di ciò che viene chiamato intervento antropico. Il cui effetto è quello di incrementare la CO2 (nel senso di GHG in generale).
Per quello che ne so c'è qualcuno che sostiene che, in effetti, l'uomo ha cominciato ad incrementare la CO2 nell'atmosfera ben prima del 1700, addirittura sin dalla nascita dell'agricoltura. Vero è che si parla di scostamenti risibili e insignificanti rispetto a quelli verificatisi post rivoluzione industriale.
Non riesco bene a capire come la deforestazione (o il land use in generale) possa incidere (a livello globale: a livello locale sì eccome) sulla temperatura senza il tramite della CO2.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Io però non capisco a che serva gridare al catastrofismo come fanno da qualche anno a questa parte, NON credo che realisticamente nessuno cambierà il proprio modo di vita per 0,5 gradi 1 grado di aumento....basti pensare ad esempio a i campioni dell'ecologia che girano per il mondo cono NAVI a gasolio e utilizzano la corrente come i prodotti dell'industria come tutti noi per campare.....certo se si considera la solita ricerca di fondi la cosa a senso, ma dubito che chiunque di noi per salvare i ghiacciai rinunci ad accendere il riscaldamento d'inverno!!!.......ora per mantersi in campo climatologico è invece interessante cercare di capire quanto effettivamente sia l'incidenza dell'uomo sulle T....io personalmente ritengo che sia impossibile avere dei modelli ragionevoli esistono troppe variabili, prendiamo gli ultimi anni le T non crescono la CO2 esponenzialmente, perchè? minimo solare si dice.....ok.....sicuramente ma ciò era imprevedibile 20 anni fa va da se che un modello che non prevedeva il minimo solare cosi prolungato è sballato....se non nei numeri nel concetto, quindi va bene la dialettica ma manteniamo il contatto con la realtà...
Credo però che paragonare estate e inverni non sia correttissimo. Gli inverni europei (specie continentali) credo abbiano dei range di estremi più alti che l'estate (credo sia la deviazione standard il termine esatto).
O quantomeno sulle mie zone è così...ad esempio in inverno posso fare -10 con cielo sereno e +1 la notte dopo se nevica. +3 quella successiva se piove. Normalissimo.
In estate è quasi impossibile fare 23 di max, 34 il giorno dopo e 36 quello dopo ancora! Perchè appunto la deviazione standard dei mesi invernali è più alta rispetto al'estate. (quasi doppia, ripeto da me).
Detto questo, è anche vero che arriviamo dalla PEG e quindi tempi di ritorno sugli inverni gelidi sono più bassi rispetto a alle estati calde per cui dobbiamo tornare al Medioevo.
Conclusione: mi auguro che il 2003 resti a livello climatico l'evento più incredibile a cui possa aver assistito nella mia vita!
O al massimo pareggiare con un 1708 potenziato...
ciao
Procedo per ipotesi ( quindi è un secondo me)
Se la CO2 sale lo si dovrebbe vedere nelle ricostruzioni della concentrazione atmosferica ( ma il condizionale è d'obbligo) quindi non stiamo parlando di deforestazione ( e conseguente combustione) che varia la concentrazione della CO2 ma di alterazione del paesaggio.
Proviamo ad immaginare una realtà regionale come la valle di Pò:
- nel periodo di massimo olocenico con 2-4 °C più di ora, ma con la valle ricoperta di boschi o paludi sempre, sia estate sia inverno.
- il confronto con la valle di Pò degli anni 1980-2009 ad es vede cambiamenti molto marcati,
zone umide sparite ( o quasi)
foreste pure e al loro posto campi arati,
poca copertura vegetale nell'arco dell'anno
terreno agricolo con scarsa ritenzione idrica
falda abbassata dai prelievi
urbanizzazione
canalizzazione dei corsi superficiali con drenaggio e deflusso rapido delle acque
- questi cambiamenti hanno un ruolo nel cambiamento sul clima?
Dicono di si.
Perchè cambia
l'albedo,
ma cambiano anche l'evaporazione e le nuvole,(sulle precipitazioni sull'arco alpino direi di si ma non mi esprimo visto i dileggiamenti)
c'è meno traspirazione vegetale
e meno evaporazione dalle zone umide.
Se questo dovesse avere un ruolo sui ghiacciai alpini ( a logica direi di si, ma non lo so)
allora un maggiore ritiro dei ghiacci determinerebbe un abbassamento anche dell'albedo dei ghiacci e quindi un aumento dell riscaldamento ( sempre regionale) lo spiega bene Hansen nel link sulla fuliggine.
Secondo me la valle di Pò è cambiata molto anche dall'1800 ad ora senza necessariamente andare indietro fino al massimo olocenico.
Ultima modifica di clayco; 16/05/2009 alle 10:30
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