Buongiorno a tutti.
Solo in breve premessa mi sia consentito esprimere l'opinione sul fatto che una citazione, se operata con rispetto del pensiero e del "lavoro" altrui non debba essere considerato fatto riprovevole o in qualche modo atto ad offendere nessuno. Basti pensare tutte le citazioni che sovente si fanno e che ci permettono di confrontarci, spesso in maniera costruttiva. Ecco se lo spirito è quello a mio avviso non ci dovrebbe essere terreno per malintesi, neppure se, come talvolta può capitare, ci si trovi in condizioni di pensarla in tutto o in parte diversamente.
Detto questo, nel salutare Filippo in occasione del suo intervento, partirei un attimo dal lavoro di Lamma sopraccitato che, dico subito, trovo pregevolissimo per gli spunti di natura statistica che ha portato alla mia attenzione ma che non mi vede in tutto concorde circa premesse e conclusioni.
Cito alcuni passaggi:

"....Quindi, le irruzioni di aria fredda a cui abbiano assistito in questo inizio d’anno e che hanno portato sul nostro Paese temperature al di sotto della media, non sono da attribuire direttamente allo stratwarming. Si tratta invece di anomalie climatiche, di per sé non eccezionali, associate ad altre forzanti (NINO e attività solare)".

Era stato a suo tempo rilevato in questi lidi come in realtà la propagazione fosse stata sostanzialmente assai rapida benché limitata all'area polare e subpolare (fino a 70°N):

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Un trasferimento di momento easterlies che ha comportato, quale primo effetto, un aumento del geopotenziale a tali latitudini e una divisione a bicella delle masse artiche del vortice troposferico con incremento del gradiente orizzontale e quindi rinforzo di un pattern medio zonale verso le medie latitudini.
Come citato da Lamma:

"... Il ritardo fin qui cumulato (28 giorni) risulta il secondo più lungo della serie ......"

Per un opportuno confronto effettivo riguardante le modalità degli altri casi citati da Lamma sarebbe necessario poter lavorare sulle reanalisys sulle quali mi propongo di terminare terminato lo..... shutdown del NOAA

Ricordando comunque a tal proposito le modalità di propagazione del disturbo stratosferico, si è più volte fatto riferimento alla necessità di un raffreddamento repentino che potesse attraverso la risoluzione del disturbo stratosferico portare ad un trasferimento del momento easterlies verso i piani inferiori mantenendo lo stesso in buona "conservazione".
E' verosimile pensare che una diluizione temporale così marcata abbia inciso proprio su questa fase di trasferimento non vanificandola completamente bensì indebolendola ma non inibendola del tutto.
E' molto difficile infatti riuscire a conservare integro un trasferimento di moto contrario da altezze ragguardevoli di 28/29000 metri laddove generalmente ha inizio il MMW split e quindi in condizioni di notevole rarefazione atmosferica fino in troposfera se questo risulti molto lento.
Ma non basta.
Oltre ad un fattore temporale si è andato ad aggiungere quello relativo alla particolare modalità attraverso la quale lo stesso split si è andato a creare e al notevole disallineamento lasciato sui lobi residui del vps lungo la propria colonna.
Distruzione del lobo americano in media bassa stratosfera e al contrario di quello eurasiatico in medio alta stratosfera ove le epv del piano isentropico a 850K fin circa a 600K hanno mostrato residua attività di vorticità potenziale nel settore nord americano:

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Come precedentemente osservato anche questo aspetto rileva anomalìe in quanto generalmente il vps tende a riformarsi dal settore eurasiatico e ad incentrarsi gradualmente sul polo.

Detto questo e tornando agli effetti in troposfera, non mi trovo d'accordo sul fatto che la propagazione non abbia fatto o stia facendo tutt'ora progressi e questo è ben visibile dalla stessa frammentazione delle masse artiche che stanno mostrando i gm a partire dagli stessi nuclei di vorticità potenziale presenti e disposti ormai al confine con la tropopausa:

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ove l'intrusione del disturbo è ben evidente.

Impropria in quanto il raffreddamento radiativo è nel frattempo ricominciato a partire dall'alta stratosfera, tuttavia assimilabile quanto ad effetti, questo MMW ha assunto proprio per le due principali motivazioni addotte ovvero: 1 lentezza propagativa e 2) forte asimmetria del vps tra i vari piani, caratteristiche assimilabili ad un Final Major Warming per le modalità molto parcellizzate di trasferimento del disturbo verso le quote più basse.
Se oggi guardiamo ad ogni buon conto i 10 hpa in prospettiva a 240 h secondo il modello inglese notiamo una ricostituzione assai lenta da parte delle epv nonostante l'impennata a 1/5 hpa che dipende dal sostanziale isolamento che lo strato antizonale sottostante ha frapposto :

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Notate come, nonostante l'impennata delle velocità in alta stratosfera, la parte sottostante ancora accondiscenda poco al trasferimento di momento westerlies proprio a ragione di uno stato del vps profondamente inciso dall'evento stratosferico.
Per non parlare dei piani poi ancora inferiori:

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Detto questo, convengo con Filippo nel momento in cui parla di una sostanziale dispersione del moto ma per le ragioni sopraesposte e non tanto per la qualità del MMW quanto per le sue modalità.
Un'ulteriore fase propagativa è comunque ancora in atto ed è anche sostanzialmente visibile sia dalla sinottica che dalla diminuzione delle velocità zonali visibili nella cromografia sottoriportata:

ECH1-0.jpg ECH1-144.jpg

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Diminuzione che, bene dirlo fin d'ora, a mio avviso non porterà ad un azzeramento delle stesse ma a reiterati disturbi che, di origine stratosferica andranno a mescolarsi a componenti troposferiche ampliando effetti deterministicamente imprevedibili ma che certamente residueranno a lungo sia per l'impossibilità da parte della colonna intera del vp a partire proprio dalla stratosfera di imporre una nuova accelerazione zonale sia per la fase più avanzata stagionale nella quale andiamo incontro che non potrà che ampliare l'incisività delle Rossby waves troposferiche implementando quel che dall'alto è riuscito ad arrivare.