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  1. #16061
    Vento forte L'avatar di Fabio68
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Josh Visualizza Messaggio
    Consideriamo sempre quel che ha fatto la Francia:nel 2003 sforò il tetto del 3% ma,diversamente dalla Germania,non utilizzò il margine per fare riforme strutturali ma per sostenere un'elevata spesa pubblica.
    Le conseguenze si sono viste:10 anni dopo era in deficit di competitività e con conti in disordine.
    Domenico, forse non sono stato chiaro:

    non sto trattando il discorso "al come ci siamo arrivati" (l'abbiamo già sviscerato), e questo non l'ha mai detto neanche il Governatore inglese nell'intervista
    si sta affermando un'altra cosa: la gestione dal 2009 fino a ieri è stata ridicola da parte dell'Europa. Punto

    la questione la si doveva risolvere subito, mentre noi siamo rimasti in mezzo al guado (o al guano, fai tu...)



    ora: qualcuno dice che il QE è un peccato mortale? i tedeschi e loro partner (oltre al Tagliavini )

    bene!! allora i tedeschi (se non sono ipocriti) non debbono far accettare che siano comprati dalla BCE i loro titoli
    così l'Europa risparmia tanti bei soldini e loro stanno in pace con le loro idee

    ma mi sa che così non sarà... non so perché ho questo presentimento
    you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
    il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen

  2. #16062
    Uragano L'avatar di FunMBnel
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Guarda che è un vero peccato tutto ciò...

    Evasione fiscale, si cambia. Niente sconti sulle frodi - Il Sole 24 ORE

    Io non capisco perchè un onesto ladro non possa avere un minimo sconto percentuale senza tetto assoluto... E' pur sempre un lavoro a rischio, cribbio...
    Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
    27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.

  3. #16063
    Josh
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Fabio68 Visualizza Messaggio
    Domenico, forse non sono stato chiaro:

    non sto trattando il discorso "al come ci siamo arrivati" (l'abbiamo già sviscerato), e questo non l'ha mai detto neanche il Governatore inglese nell'intervista
    si sta affermando un'altra cosa: la gestione dal 2009 fino a ieri è stata ridicola da parte dell'Europa. Punto

    la questione la si doveva risolvere subito, mentre noi siamo rimasti in mezzo al guado (o al guano, fai tu...)



    ora: qualcuno dice che il QE è un peccato mortale? i tedeschi e loro partner (oltre al Tagliavini )

    bene!! allora i tedeschi (se non sono ipocriti) non debbono far accettare che siano comprati dalla BCE i loro titoli
    così l'Europa risparmia tanti bei soldini e loro stanno in pace con le loro idee

    ma mi sa che così non sarà... non so perché ho questo presentimento
    Il Tagliavini,come sai,è fedele fino alla morte alle teorie che gli piacciono(è thatcheriano,non a caso):non c'è valutazione sulla necessità di tenere unita l'area euro che gli farà cambiare idea.Per lui la teoria va applicata.Punto

  4. #16064
    Josh
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Fabio68 Visualizza Messaggio

    che la Grecia abbia agito nei decenni (non 1 solo, ma più) precedenti in maniera scriteriata è sotto gli occhi di tutti (pensioni alle zitelle...........)
    ma se avessimo agito prima probabilmente non avremmo dovuto spendere così tanti soldi

    mi sembra come se fossimo in una barca a cui manca il tappo in fondo, se te ne accorgi subito cerchi di tappezzare al meglio con oggetti di fortuna, se te ne accorgi dopo aver imbarcato acqua (perchè ti sei messo a litigare con gli altri rematori) la situazione è molto più difficile perchè la barca non la governi più oltre a tentare di buttare fuori l'acqua imbarcata
    In tempi non sospetti(estate/autunno 2012)Seminerio parlò di "cura letale"a proposito dell'austerity pesante imposta dall'UE a guida tedesca,scrivendo nel suo libro dure critiche nei confronti di un approccio basato sul risanamento dei conti pubblici troppo "hard",perché volendo risolvere il lassismo del decennio precedente imponendo al rientro un ritmo troppo veloce,attraverso politiche pro-cicliche.
    Il caustico Seminerio(che ha uno stile molto alla Massimo)non è mai stato un fautore del ritorno allo stampa-e-spendi bagnaista o del break-up dell'euro predicato dai neokeynesiani e sovranisti vari(anche liberisti,come il ns.Stau)ma non ha mai nascosto che il rigore"hard" e concentrato in pochi tempi avrebbe portato guai e divisioni.E così ha fatto anche Turani.

    In parole chiare: è stata scelta la medicina sbagliata. In parole ancora più chiare: ci hanno chiesto grossi sacrifici, che rischiano di non servire a nulla. L’economia italiana rischia il collasso e attingere a piene mani dalle tasche dei cittadini non è certo la soluzione per uscire dalla crisi. L’ennesima stagione del “rigore”, inaugurata dal governo Monti sotto la pressione di un’Europa dietro la quale vi sono le ansie e le reticenze della Germania, non è altro che una formula rimasticata, che già in passato si è rivelata inefficace. Oggi rischia di essere una ricetta sicura per il disastro. Quello di cui l’Italia ha disperatamente bisogno sono imprese libere dalla rete della burocrazia e della corruzione; un sistema di tassazione che premi chi produce e non chi gestisce una rendita; una visione politica coraggiosa, che non si accontenti di traghettarci verso la successiva tornata elettorale, ma sappia mettere in campo riforme autentiche, in grado di liberare il nostro sistema produttivo dai parassitismi che lo infestano.

    Scrive l’autore: “Ora che politici e demagoghi – che molto spesso coincidono – hanno scoperto l’arte di giocare con i numeri e non solo con le parole, aspettatevi una lunga serie di fraintendimenti, manipolazioni dei dati e letture deformanti”. Arduo e ingiusto sintetizzare ulteriormente un’opera già densa e veloce, occorre limitarsi a segnalare alcuni punti, a partire dal titolo. La cura letale implica che ci sia un malato e ci sia una cura radicalmente inadeguata. Il malato è l’Europa, anzi i singoli paesi dell’Eurozona, Germania inclusa.La medicina – in greco fàrmakos significa anche “veleno”, ironia della sorte – il dogma dell’austerità, accompagnato dal suo peggior e falso corollario della “stretta fiscale espansiva” o, più semplicemente del “rigore che fa crescere”. Si parla di dogma perché i paesi che non seguono l’ortodossia dell’austerità – dettata in particolare dalla Germania – vengono considerati moralmente colpevoli, al punto che il famigerato spread assurge a tasso di immoralità – e non a semplice quotazione, o “scommessa”, del mercato riguardo il debito pubblico di un paese rispetto ad un altro – e chi viola il dogma deve essere punito. Come per un’eresia, l’infedele deve essere punito in maniera violenta, a costo della sua stessa vita, ma ad ogni modo, per il suo “bene”.Questo sta succedendo in Grecia e Portogallo, questo succederà a breve scadenza in Spagna e Italia. Questa cura non solo aggrava la malattia, ma la rende pericolosamente contagiosa e alla fine neanche la Germania si salverà, perché nessun mercato, se non quello in disgregazione dell’Eurozona, può assorbire la sua eccezionale capacità e necessità di esportazione. All’epidemia si aggiunge l’endemia: l’Italia spende meno di altri paesi europei per giustizia, scuola, università e sanità, ma spende male. La pesante legislazione e la lentezza dei procedimenti giudiziari lasciano amplissimi spazi di manovra per la burocrazia, sviluppando così la corruzione che si trasforma così in un’enorme tassa da 60-70 miliardi di euro l’anno.Seminerio pone inoltre l’attenzione sul fatto che le riforme strutturali non si fanno mai in tempo di recessione, ma in tempo di espansione economica. Proprio come il biblico Giuseppe che risparmia quando c’è l’abbondanza perché, se non hai nulla, nulla puoi risparmiare. La crisi per Seminerio è sistemica. Non ci sono paesi buoni e paesi cattivi, né primi della classe e somari: tutti sono sulla stessa barca, tutti si apprestano a ballare la dance macabre con la Morte come nel finale del Settimo sigillo di Bergman. È una crisi bancaria, fiscale e monetaria e solo affrontando insieme le teste di questo Cerbero sarà possibile salvare la baracca. L’unica maniera per farlo è dare una svolta politica all’unione monetaria che, da sola, non rafforza il sistema, ma consolida la crisi.Solo andando verso un’unità federale vera e democratica dell’Unione Europea, o almeno dei paesi che hanno rinunciato alla divisa nazionale in favore dell’euro, potremo evitare il tracollo. Tuttavia, nazionalismi e particolarismi sono ancora troppo forti per poter verosimilmente sperare nella soluzione più logica per evitare la rovina più totale.

  5. #16065
    Uragano L'avatar di Friedrich 91
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Oooohhh....meno male che il crudele e malvagio neoliberismo sta finendo finalmente, è proprio ora di estendere le politiche moralmente superlative e dagli strepitosi risultati di Obama anche in Europa. Ma soprattutto finalmente basta con tutti questi tagli di tasse e tutti questi tagli di spesa, cioè abbiamo solo il 50% di spesa pubblica e il 70% di tasse sulle imprese. E' troppo poco, diamine ce ne vuole di più !! Dannato liberismo.

    tuttacolpadireagan.jpg

    Scusate ma sono caduto dalla sedia leggendo questo insieme di perle.
    Obama è, fonte un recente sondaggio della Quinnipec University, il peggior presidente degli Stati Uniti dal dopoguerra ad oggi, secondo gli americani.
    E questo lo elegge a grande idolo da cui prendere esempio...ottimo!

    A proposito lo volete sapere chi è il migliore sempre secondo tale sondaggio? Reagan.

    Perché Obama è il peggior presidente Usa dal dopoguerra | Tempi.it
    «L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)

  6. #16066
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Dal punto di vista economico però dovrebbe piacerti, visto che sotto la sua presidenza il rapporto spesa pubblica/pil è diminuito di 5 punti % (più di quanto sia successo nel Regno Unito nello stesso periodo) ed anche deficit e spesa in welfare si sono notevolmente ridotti.
    Government Spending Chart: United States 2008-2014 - Federal State Local Data (spesa/pil)
    US Federal Deficit Definition - plus charts and analysis (deficit)
    Government Spending Chart: United States 2005-2020 - Federal State Local Data (welfare)
    Ultima modifica di nevearoma; 03/02/2015 alle 21:38
    "In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."

  7. #16067
    Vento forte L'avatar di Fabio68
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Josh Visualizza Messaggio
    In tempi non sospetti(estate/autunno 2012)Seminerio parlò di "cura letale"a proposito dell'austerity pesante imposta dall'UE a guida tedesca,scrivendo nel suo libro dure critiche nei confronti di un approccio basato sul risanamento dei conti pubblici troppo "hard",perché volendo risolvere il lassismo del decennio precedente imponendo al rientro un ritmo troppo veloce,attraverso politiche pro-cicliche.
    Il caustico Seminerio(che ha uno stile molto alla Massimo)non è mai stato un fautore del ritorno allo stampa-e-spendi bagnaista o del break-up dell'euro predicato dai neokeynesiani e sovranisti vari(anche liberisti,come il ns.Stau)ma non ha mai nascosto che il rigore"hard" e concentrato in pochi tempi avrebbe portato guai e divisioni.E così ha fatto anche Turani.

    In parole chiare: è stata scelta la medicina sbagliata. In parole ancora più chiare: ci hanno chiesto grossi sacrifici, che rischiano di non servire a nulla. L’economia italiana rischia il collasso e attingere a piene mani dalle tasche dei cittadini non è certo la soluzione per uscire dalla crisi. L’ennesima stagione del “rigore”, inaugurata dal governo Monti sotto la pressione di un’Europa dietro la quale vi sono le ansie e le reticenze della Germania, non è altro che una formula rimasticata, che già in passato si è rivelata inefficace. Oggi rischia di essere una ricetta sicura per il disastro. Quello di cui l’Italia ha disperatamente bisogno sono imprese libere dalla rete della burocrazia e della corruzione; un sistema di tassazione che premi chi produce e non chi gestisce una rendita; una visione politica coraggiosa, che non si accontenti di traghettarci verso la successiva tornata elettorale, ma sappia mettere in campo riforme autentiche, in grado di liberare il nostro sistema produttivo dai parassitismi che lo infestano.

    Scrive l’autore: “Ora che politici e demagoghi – che molto spesso coincidono – hanno scoperto l’arte di giocare con i numeri e non solo con le parole, aspettatevi una lunga serie di fraintendimenti, manipolazioni dei dati e letture deformanti”. Arduo e ingiusto sintetizzare ulteriormente un’opera già densa e veloce, occorre limitarsi a segnalare alcuni punti, a partire dal titolo. La cura letale implica che ci sia un malato e ci sia una cura radicalmente inadeguata. Il malato è l’Europa, anzi i singoli paesi dell’Eurozona, Germania inclusa.La medicina – in greco fàrmakos significa anche “veleno”, ironia della sorte – il dogma dell’austerità, accompagnato dal suo peggior e falso corollario della “stretta fiscale espansiva” o, più semplicemente del “rigore che fa crescere”. Si parla di dogma perché i paesi che non seguono l’ortodossia dell’austerità – dettata in particolare dalla Germania – vengono considerati moralmente colpevoli, al punto che il famigerato spread assurge a tasso di immoralità – e non a semplice quotazione, o “scommessa”, del mercato riguardo il debito pubblico di un paese rispetto ad un altro – e chi viola il dogma deve essere punito. Come per un’eresia, l’infedele deve essere punito in maniera violenta, a costo della sua stessa vita, ma ad ogni modo, per il suo “bene”.Questo sta succedendo in Grecia e Portogallo, questo succederà a breve scadenza in Spagna e Italia. Questa cura non solo aggrava la malattia, ma la rende pericolosamente contagiosa e alla fine neanche la Germania si salverà, perché nessun mercato, se non quello in disgregazione dell’Eurozona, può assorbire la sua eccezionale capacità e necessità di esportazione. All’epidemia si aggiunge l’endemia: l’Italia spende meno di altri paesi europei per giustizia, scuola, università e sanità, ma spende male. La pesante legislazione e la lentezza dei procedimenti giudiziari lasciano amplissimi spazi di manovra per la burocrazia, sviluppando così la corruzione che si trasforma così in un’enorme tassa da 60-70 miliardi di euro l’anno.Seminerio pone inoltre l’attenzione sul fatto che le riforme strutturali non si fanno mai in tempo di recessione, ma in tempo di espansione economica. Proprio come il biblico Giuseppe che risparmia quando c’è l’abbondanza perché, se non hai nulla, nulla puoi risparmiare. La crisi per Seminerio è sistemica. Non ci sono paesi buoni e paesi cattivi, né primi della classe e somari: tutti sono sulla stessa barca, tutti si apprestano a ballare la dance macabre con la Morte come nel finale del Settimo sigillo di Bergman. È una crisi bancaria, fiscale e monetaria e solo affrontando insieme le teste di questo Cerbero sarà possibile salvare la baracca. L’unica maniera per farlo è dare una svolta politica all’unione monetaria che, da sola, non rafforza il sistema, ma consolida la crisi.Solo andando verso un’unità federale vera e democratica dell’Unione Europea, o almeno dei paesi che hanno rinunciato alla divisa nazionale in favore dell’euro, potremo evitare il tracollo. Tuttavia, nazionalismi e particolarismi sono ancora troppo forti per poter verosimilmente sperare nella soluzione più logica per evitare la rovina più totale.

    si, sommariamente vedo delle similitudini con il mio punto di vista

    PS1: per Turani stai facendo riferimento a Giuseppe?

    PS2: ti prego, Domenico, utilizza un altro font... mi cieco a cercare di leggere
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  8. #16068
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Stau Visualizza Messaggio

    Scusate ma sono caduto dalla sedia leggendo questo insieme di perle.
    Obama è, fonte un recente sondaggio della Quinnipec University, il peggior presidente degli Stati Uniti dal dopoguerra ad oggi, secondo gli americani.
    E questo lo elegge a grande idolo da cui prendere esempio...ottimo!

    A proposito lo volete sapere chi è il migliore sempre secondo tale sondaggio? Reagan.

    Perché Obama è il peggior presidente Usa dal dopoguerra | Tempi.it

    (alla Carlo Verdone) cioè: è peggio di Nixon??!?!?!?!?!? uno che non lo sopportava neanche Eisenhower del suo stesso partito...

    ma che sondaggio è? secondo me hanno fatto le interviste ai membri di una sezione del Tea party del Texas
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  9. #16069
    Josh
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Fabio68 Visualizza Messaggio
    (alla Carlo Verdone) cioè: è peggio di Nixon??!?!?!?!?!? uno che non lo sopportava neanche Eisenhower del suo stesso partito...

    ma che sondaggio è? secondo me hanno fatto le interviste ai membri di una sezione del Tea party del Texas
    L'ho pensato anch'io .Del resto,poteva Stau non andare ad intervistare il Tea Party ?

  10. #16070
    Josh
    Ospite

    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da nevearoma Visualizza Messaggio
    Dal punto di vista economico però dovrebbe piacerti, visto che sotto la sua presidenza il rapporto spesa pubblica/pil è diminuito di 5 punti % (più di quanto sia successo nel Regno Unito nello stesso periodo) ed anche deficit e spesa in welfare si sono notevolmente ridotti.
    Government Spending Chart: United States 2008-2014 - Federal State Local Data (spesa/pil)
    US Federal Deficit Definition - plus charts and analysis (deficit)
    Government Spending Chart: United States 2005-2020 - Federal State Local Data (welfare)
    No,non gli piace.Lui è per l'applicazione INTEGRALE delle teorie in cui crede

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