
Originariamente Scritto da
MarcoSarto
Esattamente, nonostante le enormi potenzialità dell'idrogeno (l'abbondanza, il fatto che la combustione sia fortemente esotermica, ha come prodotto di reazione con l'ossigeno il vapore acqueo...), la sua forte instabilità porta alla necessità di quantitativi ingenti di energia.
Oggi quasi tutto l'idrogeno viene ricavato dai combustibili fossili, e i processi necessari per ottenerlo hanno anche emissioni di CO2 piuttosto elevate. L'elettrolisi ha invece un'efficienza che può superare l'80%, e permette quindi di limitare fortemente l'emissione di CO2 se si riesce ad ottenere l'energia elettrica sfruttando fonti alternative.
Anche qui, le problematiche sono ancora enormi: dalla ridotta densità dell'idrogeno, al suo trasporto, alla ulteriore trasformazione di idrogeno in energia elettrica o calore. Tutti processi che richiedono elevati quantitativi di energia, e fanno sì che il rendimento globale non superi il 30%, e talvolta sia molto più basso (una centrale di pompaggio idroelettrica ha un rendimento power-to-power del 70-80%).
Considerando poi che a monte, l'eventuale pannello fotovoltaico atto alla produzione di energia elettrica necessaria per l'elettrolisi, ha un rendimento dell'ordine del 20%, ci ritroviamo con importanti problemi economici.
Molto più interessanti, sono le tecniche di produzione di idrogeno che non richiedono energia elettrica, ma semplicemente calore. Sarebbero estremamente compatibili con l'energia nucleare, data l'enorme quantità di calore di scarto a basse emissioni di un reattore (e a costo zero). Tali centrali infatti potrebbero essere trasformate in impianti di cogenerazione in grado di produrre sia energia elettrica che idrogeno, senza dover installare potenza aggiuntiva.
L'idrogeno prodotto in questo modo, diventerebbe fondamentale per la decarbonizzazione di settori come il trasporto pesante su gomma e il trasporto aereo. Per le normali auto e moto, conviene puntare sull'elettrico.
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