A me non tornano molte cose
Faccio un esempio che conosco sugli infermieri perchè l'ho fatto:
l'infermiere è un po' il cameriere degli ospedali.Le situazioni sono eterogenee da reparto a reparto e da ospedale ad ospedale ma non c'è bisogno dell'emergenza covid per andare nel pallone.10 anni fa al s.orsola vedevo camere con uomini e donne la cui privacy era garantita da un separè (e ripeto al s.orsola di bologna non al di venere di bari), doppi turni dalle 6,30 alle 8 di sera, personale sanitario minacciato e a volte malmenato (mio fratello ci ha fatto la tesi in medicina sulle violenze subite dal personale sanitario). Ambiente fatto di dolore e lacrime dei pazienti e la materializzazione della definizione di pulp della parodia di mai dire gol.Però al concorso per entrare a fare il corso c'erano migliaia di persone per poche centinaia di posti, a volte solo decine.Ai concorsi pubblici ci sono ugualmente migliaia e migliaia di candidati e pochi posti.E parliamo di giovani.
Ma non è che il problema della ristorazione in Italia è che:
1) è sovradimensionata
2) Dal motivo numero 1 deriva quest'altra considerazione: il lavoro domandato così massicciamente dai ristoratori è incompatibile con quella che dovrebbe essere la formazione di un paese avanzato ergo:se non ho bisogno di soldi per quale misterioso motivo dovrei mettermi a fare il cameriere se non ho fatto l'alberghiero e ho altri interessi. E quindi grazie al piffero che trovano più facilmente persone che fanno parte di un ambiente economico meno avanzato del nostro.
3) pensare che gli studenti universitari si debbano mettere a fare i camerieri nel fine settimana è la sconfitta del sistema; perchè se la facoltà è seria sabato e domenica devono essere usati per rimettersi al passo con le lezioni seguite e le attività pratiche debbono essere usate per fare ciò che concerne il percorso di studi.Uno che studia chimica non può perdere tempo a fare il cameriere. Questo vuol dire anche che il sistema del fuori corso è totalmente sbagliato e ha favorito le suddette perdite di tempo. Altrove se vai fuori corso un anno ti cancellano tutto e devi ricominciare da capo. Non mi invento niente.
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Sul terzo punto un momento: allora sono trent'anni che l'Europa ha il sistema sconfittovisto che l'hanno fatto generazioni intere. In alti Paesi europei e anglosassoni il fare un lavoretto durante gli studi è la norma (talvolta anche alle superiori): chi non lo fa è l'eccezione. Non voglio dire se sia giusto o sbagliato, però è così.
Sulla seconda parte grassettata sono d'accordo al 100%, è inconcepibile una cosa del genere...
Lou soulei nais per tuchi
Oddio, mi sarei sparato se mi fosse successo. Forse letteralmente, perchè medicina per me è la mia vita.
Non tutti i fuoricorso lo sono perchè lo vogliono, ci sono alcuni professori o esami ostici che impieghi tempo per farli, o ci sono eventi in famiglia che ti rallentano, o nella vita privata.
Ultima modifica di burian br; 06/06/2022 alle 13:42
Eh lo so, ma altrove funziona così.
A bologna ad infermieristica se andavi fuori corso 3 anni ti cancellavano tutto.
A lione ad ingegneria se sgarri un semestre ti danno una ammonizione, alla seconda sei fuori.
In macedonia dove conobbi alcuni studenti 15 anni fa succedeva la stessa cosa per ogni facoltà.
Però............
I fuori corso di medicina a Bologna erano praticamente nulli rispetto a quelli di Bari
Perchè?
Forse c'è un fraintendimento:
io non dò la colpa di essere fuori corso allo studente ma all'università
Io so di studenti di medicina di bari che sono diventati dottori in gambissima che per superare alcuni esami sono andati a fare l'erasmus in romania per togliersi davanti il problema.
Alcuni hanno addirittura cambiato città iscrivendosi ad un altro ateneo e facendosi convalidare gli altri esami
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Quel che contesto è fare di tutta l'erba un fascio, e far pagare solo allo studente colpe che non sempre sono sue. A volte sono i professori che volontariamente conducono esami per fare da sbarra alla prosecuzione degli studi, ma ci sono anche volte in cui sono eventi personali che influiscono (come nel mio caso è successo, ero in corsissimo poi è successo un brutto evento in famiglia e mi sono arretrato, e ci ho messo anni per riprendermi davvero).
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è sbagliato fare di tutta l'erba un fascio e son d'accordo, allo stesso tempo su 10 fuori corso di più di un anno (un anno su una laurea di 5/6 anni ci può anche stare), 9 è perché non stanno al passo quanto dovrebbero. di questi c'è anche una quota di studenti-lavoratori che, ovviamente, ci impiegano di più.
e te lo dico con cognizione di causa, mio zio di Bari è stato docente in università per decenni (non medicina ma il meccanismo è identico).
poi come giustamente dici come c'è lo studente trimone, c'è anche il docente trimone![]()
Si vis pacem, para bellum.
Per me una possibile soluzione al problema dei fuoricorso, che fungerebbe anche da prevenzione, sarebbe quella di aumentare di molto le tasse dopo il primo anno di fuoricorso.
Così si spinge allo studio sapendo che dopo un anno (o comunque un tot di anni proporzionati per la facoltà, un conto è un paio d'anni fuoricorso su una triennale, un conto a medicina che sono 6 anni densi) i genitori si ritroverebbero a pagare tasse altissime.
Non mi piacciono invece soluzioni come sospendere e annullare la carriera universitaria, cosa che potrebbe anche inclinare al suicidio per svariate ragioni.
Qui a Milano in Statale hanno introdotto lo studente part-time. Cioè, puoi laurearti in più degli anni previsti (il doppio credo), paghi le tasse uguali cioè diluite, e hai l'obbligo di dare un certo numero di esami all'anno, in proporzione quindi diluiti.
Quando iniziarono, avevo già fatto il primo anno della specialistica, quindi non ci stavo dentro nei conti e non era possibile attivarlo, però se avessi potuto probabilmente lo avrei scelto. Doveva essere verso il 2014 o qualcosa del genere, e dato che viene ancora proposto come possibilità, vuol dire che in qualche modo ha un suo senso.
...oppure che è una di quelle cose "sperimentali" all'italiana, che rimangono tali sino a quando non le aboliscono direttametnte..
Non so per le altre università, ma la stessa cosa è stata attivata anche all'Università Bicocca, anche se personalmente non conosco nessuno che frequenti part-time. In ogni caso sentivo che c'erano degli iscritti, poiché sostenevano la proposta di continuare a registrare le lezioni anche ora che non ci sono limiti di capienza nelle aule.
dalla storia si impara che non si impara dalla storia
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