Come evidenziato nelle analisi dei vari longers, dopo una repentina crescita della wave 2 in combinazione alla 1 si assisterà ad un suo calo altrettanto repentino.
Con quali le modifiche da fare rispetto all'analisi iniziale ?
La spinta calda in Pacifico viene quasi interamente inglobata dal flusso zonale.
Questo allunga e fa ruotare in senso antiorario il ramo canadese che si porta con asse disposto maggiormente sui paralleli.
L'asse si trova a passare sulle anomale SST del nord ovest Atlantico.
Come reazione una forte pulsazione calda si dirige verso l'est della Groenlandia con una qualche aspettativa di andare oltre ma a questo punto la spinta del getto sul nordamerica arriva a compimento svuotando l'area canadese.
I massimi di vorticità si ricollocano in zona polare e la wave 2 subisce il tracollo.
La wave 1 invece cresce ancora e dunque vi è un travaso dei minimi di gpt attraverso l'artico europeo e il nord della Scandinavia verso sud-est.
Questo agisce spalmando sui paralleli il suo partner anticiclonico europeo.
L'ulteriore crescita della 1 fino quasi ai suoi massimi (del 10 gennaio) fa pensare ad un dislocamento piuttosto decentrato in Siberia del ramo del VP.
A questo punto si compie la rottura del ponte con l'alta russa (che si ritira sulla Siberia orientale).
Quindi in conclusione, riducendosi la latenza nell'ingerenza del nucleo di massima vorticità positiva sull’artico europeo, questa (prima) fase di isolamento di circolazione secondaria potrebbe essere più breve del previsto.
Questo produce una maggiore latenza nell’ingerenza del nucleo di massima vorticità positiva sull’artico europeo. Si predispone una zona di relativa calma sul tratto euro-atlantico e russo-ovest siberiano. Beninteso, una minima divergenza del getto in artico europeo permetterà ancora, in terza decade, affondi artico-scandinavi volti ad approfondire una area di basse pressioni sul sud Europa (che altrimenti si sarebbero approfonditi in loco sotto Scand-).
Andrea
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