Sarà in simulcast nelle principali reti Nazionali.
Filippo Casciani membro del CSCT TEAM
Ragazzi, un pò di contegno su
Se si mantiene un clima teso come ora, difficilmente avremo un commento sull'argomento, se le richieste vengono poste così, magari la voglia di costruire un sano confronto, passa un pò, non trovate?
Come questa Associazione ha concesso lo spazio a questa proposta di un nuovo indice, alla sua discussione e anche alla promozione dell'incontro che si terrà in proposito, sono sicuro che Filippo o Even avranno la buona creanza di commentare anche qui quanto accaduto, a patto che però ci sia un clima costruttivo e non distruttivo![]()
Marco Giazzi, Presidente MeteoNetwork
Esiste quindi la possibilità di creare una realtà completamente nuova partendo da zero ma con forze nuove che abbiano voglia di divertirsi e lavorare. (Marco Giazzi, 27 Marzo 2002)
La base fisico-descrittiva è ....basilare
Diversamente è un pò come imparare una poesia a memoria senza conoscerne il senso.
In Cohen il senso della propria ricerca climatologico-teleconnettiva era ben presente, nell'OPI si opera una correlazione ad un dato descrittivo proprio per ancorare la prima ad un valore numerico.
Ma se salta la logica che sottende al dato correlato, in questo caso quello dell'AO, salta conseguentemente anche l'affidabilità e la correlazione del nuovo indice.
Se il disturbo in sede polare viene inteso come intrusione in sede artica di un'onda dinamica è correlato alla linea descrittiva dell'AO index (quindi al suo valore) se questo può rappresentare il vortice polare in situ sul polo.
Non è infatti certo un caso il fatto che allo studio sull'OPI, gli stessi scopritori abbiano voluto far seguire un diagramma rappresentativo delle dinamiche d'onda (che dichiarano essere slegate dall'OPI ma il cui tentativo di correlazione è evidente e dichiarato peraltro nello stesso studio).
Certo nel momento in cui l'indice AO e le stesse dinamiche d'onda perdono correlazione tra di loro... il giochino si fa duro......![]()
Matteo
Il problema secondo me è che è stato un lavoro costruito su una base statistica, non ha una base di fisica, fisica dell'atmosfera e via dicendo. E' quindi soggetto a tutte le debolezze derivanti da un approccio di questo tipo. Sembra più un modello di tipo "rete neurale". Per quello che ho letto e che ho appreso questo è quello che è venuto fuori, motivo per cui son stato abbastanza scettico sul tipo di approccio fin dall'inizio.
[SIZE=2][B]Membro del Veneto Vortex Team[/B][/SIZE]
Spesso la consocenza parte da osservazioni empiriche e dalla scoperta di correlazioni senza una base fisica teorica sottostante conosciuta. Nel caso dell'OPI l'idea nasce comunque partendo dal SAI di Cohen, non proprio alla cieca. A sto punto occorrerà verificare se il presupposto che sta alla base dell'OPI sia confermabile a livello teorico/fisico![]()
[B]Lorenzo Smeraldi : [/B]le migliori idee sono sempre quelle che vengono realizzate
A quanto detto da Lorenzo vorrei aggiungere qualche personale ulteriore considerazione.
La prima: il banco di prova dell'inverno attuale.
A livello statistico gli autori dell'OPI dichiarano un indice di correlazione altissimo nella predizione dell'AO invernale in una media (se ricordo bene) trentennale di rilevamento.
Ebbene questo primo anno tale indice ha avuto una performance davvero mediocre e allora delle 2 l'una: o qualche calcolo deve essere ... rivisto oppure l'inverno trascorso rappresenta una notevole anomalìa rispetto la media presa in esame (quasi un unicum climatico direi), dato il fatto appunto che un dato di correlazione contestuale così scarso dovrebbe rappresentare davvero un'eccezione.
La seconda: il rapporto con l'AO
Se lo studio dell'OPI pone le sue radici (input ) su ellitticità ed e eccentricità del vp ottobrino ovvero deve descrivere la capacità e la modalità di penetrazione da parte del vp all'interno del continente eurasiatico (mutuando lo studio di Cohen e facendolo presuntivamente risalire alla "causa primaria" del SAI) al fine di predire l'AO invernale ebbene occorre essere anche coscienti del fatto che tale previsione non si sostanzierà nella puntuale descrizione di un pattern circolatorio invernale e che quindi non può essere intenso come strumento previsionale ma neppure sostanzialmente di un'analisi stagionale, ammesso e non concesso il mantenimento della prcentuale correlazione riportato dagli stessi autori.
Faccio qui un ulteriore considerazione che pare una contraddizione in termini con quanto sopra.
Se le dinamiche d'onda ottobrine descrivono l'AO invernale ebbene allora nelle stesse deve essere contenuta la sintesi delle forzanti tlc non solo in essere nel mese di ottobre ma pure quelle che interverranno nei mesi invernali.
Mi viene ad esempio in mente l'insorgenza di una fase di El Nino che non di rado esordisce proprio nel mese di dicembre......
Questo significherebbe che lo stesso andamento del vortice ottobrino possa stimolarne l'insorgenza attraverso dapprima l'attivazione di onde di Kelvin (sulla MJO) poi attraverso moti meridiani ascrivibili presumibilmente in primis alla cella di Walker e più in alto alla Brewer Dobson Circulation.
Ma allora vorrebbe dire anche un'altra cosa ovvero che nella stessa AO (la cui previsione è nata nella sinergia di tutti gli elementi che creano le dinamiche d'onda ovvero le teleconnessioni) devono essere contenute come output anche implicitamente le stesse teleconnessioni.....
L'AO cioè dovrebbe essere la madre delle tlc che stanno tutte nel suo "grembo".
E' uno studio indubbiamente affascinante ma che ha bisogno in primis di una verifica nei prossimi anni e poi di essere meno legato ad evidenze statistiche.... rischiando così di perdere aderenza con elementi misurabili.![]()
Matteo
per l'OPI scrivete qua cosi non inquiniamo le altre discussioni...grazie!![]()
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