Non so che consigli dare, io nel mio caso vivo una situazione mista.
Lavoro come dipendente ma sono anche imprenditore con mia moglie.
Dipendente di un commercialista, dal quale lavoro di base 9 ore al giorno (nel senso che materialmente passo 9 ore in sede, ovviamente non lavoro sempre 9 ore, ma neanche per sogno, anche perché non ce n'è affatto bisogno, sono fissazioni vecchio stampo: quello che deve essere di volta in volta prodotto, viene sempre prodotto e anche discretamente bene) e mi diverto ad accumulare centinaia di ore di ferie e permessi non goduti, in attesa di quando cambierò magari lavoro e andrò a recuperare le sudate relative indennità per mancato godimento
Con mia moglie, al tempo stesso, abbiamo aperto uno studio commerciale, intestato a lei (siamo entrambi abilitati commercialisti, ma io per ora mi sono tenuto il lavoro dipendente, per chiare ragioni economiche...) e nel quale lavoriamo di fatto entrambi. Onestamente non sto molto ad interrogarmi sul guadagno in relazione all'impegno e ai rischi, dati i tempi. Abbiamo aperto praticamente quando è iniziato il lockdown del 2020, con tempismo direi perfetto, nonostante ciò il lavoro non manca assolutamente, specie considerando che siamo in fase iniziale. Abbiamo aperto nel centro del paese (localino affittato con un colpo di fortuna a soli 100 euro mensili) e per ora non disdegniamo alcun tipo di pratica (compresi pensionati ecc.). Al momento gestiamo già 20 partite iva (4-5 amici li abbiamo sempre seguiti anche quando lavoravamo come dipendenti, ma se ne sono aggiunti per fortuna altri) e onestamente, dopo un solo anno in pratica se escludiamo il tremendo 2020, non me lo sarei mai aspettato. Guadagni? Sicuramente siamo in utile fin da subito per non meno di 700 euro mensili netti (tolti tasse, contributi, spese ecc.), destinati a salire a breve, e per ora va anche bene così.
Se il gioco vale la candela lo decideremo in futuro. D'altronde mia moglie ha lasciato lo stesso lavoro che facevo io perché qui, per lavorare da dipendente, devi essere in grado di muoverti a livello di guerriglia e, in tutta onestà, lei, a differenza mia, non ne aveva né voglia né capacità. Quanto ai concorsi pubblici: io sono del tutto allergico agli stessi, e in parte lo è anche mia moglie, sia per ragioni di principio sia perché credo che si possa contribuire al tessuto economico in maniera diretta e più fattiva, da privati. Ne ho visti troppi di amici parcheggiarsi (e non dipende solo da te, non è una colpa, è un meccanismo automatico tremendo), e mentre loro finiscono parcheggiati la decadenza economica e sociale tutto attorno regna incontrastata.
(poi magari se faccio un concorso tra un anno e prendo il posto pubblico non mi linciate eh, anche perché qui al sud nell'entroterra, almeno finora, con uno stipendio pubblico si vive abbastanza sereni)
Sicuramente dal punto di vista dello stress può essere impegnativo (quando rientro dal lavoro la sera, o nei fine settimana, qualcosa da fare c'è sempre ovviamente), anche se non è affatto detto che lo sia più di tanto se riesci ad organizzarti, ma poiché entrambi ormai facciamo questo da anni - e siamo anche pienamente coerenti rispetto alle nostre lauree in economia - non stiamo a fasciarci troppo la testa. In tutta sincerità la soddisfazione, comunque, non dipende solo dai guadagni.
Ultima modifica di inocs; 03/06/2022 alle 16:17
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