Citazione Originariamente Scritto da Lorenzo Catania Visualizza Messaggio
Mi trovi d'accordo.
Se l'aria artica è strutturata bene in quota se ne frega abbastanza (non del tutto) delle temperature in basso.
Se però il terreno è già sufficientemente caldo occorre che la staffilata sia VELOCE, altrimenti la convezione che si scatena lungo il fronte rallenta o può addirittura fermare (e deviare) l'avvezione nell'avanzata verso sud.
Una volta arrivata sul Mediterraneo poi è "salva", perché scava la depressione al suolo ed i geopotenziali (e le correnti in quota) si rimodellano in funzione di questa

Nell'aprile del 1991 la goccia era scesa come un proiettile verso sud; questa è stata la caratteristica fondamentale. Nonostante ciò i geopotenziali - dopo un primo netto calo nel pomeriggio-sera del 16 dovuto all'arrivo dell'aria fredda da parte di un secondo impulso (il primo, passato sulla Finlandia era rapidamente sfilato ad est) - erano leggermente aumentati una volta arrivata la perturbazione sull'Europa centrale (durante il giorno 17) per effetto della convezione. Poi sono tornati a diminuire una volta giunto il fronte sul Mediterraneo (il giorno 18), ma come effetto dell'arrivo di un terzo impulso freddo in quota e del calo di pressione vicino al suolo.
Insomma, si parla di 3 "botte" che si sono susseguite in rapida sequenza in 2 giorni. Se ci sono le condizioni iniziali è facile che scavino velocemente verso ovest e sud.

Nel 2006 invece aveva fatto parecchio freddo e in manirea abbastanza costante sull'Europa centrale, con punte anche di -10°C ed oltre nelle 3 settimane precedenti. Probabile che di neve ce ne fosse al suolo, così come di freddo
Beh... sono infatti i 2 elementi che occorrono o forcing dinamico forte e discesa veloce e ben strutturata di masse artiche (quota) o precedente forte raffreddamento al suolo..
Meglio ovviamente se entrambe
Nel nostro caso concreto....cosa abbiamo?
Forse la persistenza?