
Originariamente Scritto da
Heinrich
Beh, al nostro azzeccagarbugli esterofilo:
Certo, c'è il virus. C'è una pandemia.
Cosa dobbiamo avviare gli iter per varare i decreti legge, velocissimi, alle 2 camere?
Con assembramenti, televoti, magari hackeraggi divertenti e perché no pure parlamentari positivi che comunque si presentano -ligi al dovere/scranno/vitalizio- a lavorare il loro nobile lavoro? Notizia di ieri d'un senatore leghista -trentino- positivo.
Invece che l'iter democraticissimo dei decreti legge, si passa per il "non detto direttamente" tramite le "fonti amministrative secondarie" quali i DPCM, che chiamerei anche fonti amministrative terze, post-consultazione scientifica.
Io insisto: meno bailamme sull'ordinamento italiano, piazziamo un super-computer al governo e finiamola.
Epistemocrazia: C'è l'emergenza, c'è il l'ISS che guida da fine febbraio il governo.
O dobbiamo sciorinare retoriche su cosa sarebbe se?
2 milioni di italiani l'han già preso, 30mila sono morti, forse di più.
I danni a tutti i positivi che subiscono una carica virale elevata, quel che non si sa.
Immagina se si fosse passato per il decreto legge (quel che nomini giocattolino è stato l'asso del biennio renziano comunque, che ha sfornato decreti a ritmi anglosassoni, ecco).
Non che ne sappia di più d'ambito giuridico e di ordinamento italiano, resto una capra ignorante. Ma nel belletto non ci navigo del tutto.
Come la Francia sballata coi dati, così Bojoh ritorna più pazzo di prima e certamente coi bronchioli meno sani di prima.
Nel frattempo: +++NEWS DAL PAKISTAN+++
Visto che qui è un costante confrontare paradigmi di società a noi simili (che poi, "simili") tipo svedesi, tedeschi, danesi e mediterranei, rimescolo un po' le carte in tavola con qualcosa di ideologizzato e fazioso che da parte mia mancava da un po' -scherzo-
Il Pakistan non se la passa malissimo, ma avendo un sistema sanitario fermo all'alchimia, ha attuato il lockdown, con ovvie ripercussioni economiche.
Però, però, però:
Coronavirus: Pakistan's unemployed are now planting trees | World Economic Forum
Per ovviare alla miriade di disoccupati il ricchissimo e progredito stato liberale pakistano ha AMPLIATO la sua campagna di piantumazione di milioni e milioni di alberi per riforestare e contrastare una serie di problemi legati all'eredità post-coloniale degli evolutissimi e civilizzatissimi britannici che dal 1947 han lasciato quei grezzoni di maomettani letteralmente defogliati: le prealpi himalayane senza foreste coi monsoni devono essere stato un problemino per i fiumi, l'erosione, le frane e disastri vari.
Ecco che dal trattato di Parigi COP2015 il Pakistan ha avviato l'ambizioso progetto di riforestazione con cifre sparate sui 300 milioni di alberi, ma anche di più, facciamo 900, per un totale di 3 miliardi di ettari di foreste a nuovo.
E a causa del modello economico precedente tutta la forza lavoro per seminare, coltivare e poi piantare tanti alberi non c'era.
Ora c'è.
3 dollari l'ora, chi era cameriere ora si fa 8km a piedi e sale le colline e inverdisce un versante che da 60 anni non era più verde. Con tantissimi saluti alla zoonosi ed allo spill-over, volendo fare i simpatici con la retorica di Pocahontas.
Oltre 30mila pakistani in più da inizio pandemia e lockdown nel paese ora lavorano per 3 dollari al giorno contribuendo a rinverdire il paese. Carino sarebbe se anche Xi Jin Ping cinturasse le sue metropoli di bambù.

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