Infatti l'ho messo tra virgolette.
Non so sinceramente se diventerà media di lungo periodo, ma è probabile che qualunque intervento si esegua saranno frequenti settimane intere con medie del genere tra qualche decennio. Quindi non si può evitare uno scenario di sofferenza estiva, intendo questo, si può solo evitare peggiori (cosa che comunque farà, ma si spera di evitare il "peggio del peggio").Sofferenza sicuro, la mia stazione non scende sotto i 24 gradi dal 17 luglio, non sono giornate piacevoli specialmente se devo stare a Roma, dormo malissimo e mi sento spossato h24. Qui si viaggia a livelli record da meta maggio in poi (con record di media mensile sia a giugno sia probabilmente a luglio e record assoluti battuti o sfiorati), spero vivamente che non si arrivi mai ad avere simili mostruosità come media di lungo periodo (e se ci si da una mossa si può evitare, anche se di sicuro ne vedremo ancora tante e anche peggio di così).
Stando al trend attuale (che porterebbe a +3° dalla preindustriale nel 2100) credo spannometricamente che l'Italia avrà medie da estate 2003 per fine secolo.
Ho preso per riferimento quanto accaduto col Covid, periodo durante il quale non mi sembra ci sia stata una tecnocrazia, ma un dialogo convinto e necessario tra esperti del settore e autorità politiche. E' quanto auspico avvenga, con la democrazia che agisca informata e guidata dal team di esperti, perchè sappiamo bene come la politica può anche portare a scelte "di pancia" che vanno in tutt'altra direzione (periodo Trump in USA, ad esempio).Sulla tecnocrazia non condivido, in democrazia il primato è sempre della politica, gli scienziati possono indicare le conseguenze delle nostre azioni (come quelle sul clima) ma gli obiettivi sono sempre definiti a livello politico.
Quando si parla di trasformazioni economiche e tecnologiche poi non si può pianificare nel dettaglio, saranno una miriade di interventi da parte delle imprese e dei singoli individui a definire concretamente le soluzioni. Pensare di "fare i calcoli e procedere" significa ignorare il livello di complessità del problema e delle innumerevoli diverse possibili soluzioni. Dipende tutto da quanto sei disposto a spendere equi soluzioni si considerano accettabili.
Quando ho parlato di "fare calcoli e procedere" era un'evidente semplificazione per dire che non ho nulla in contrario ai cambiamenti necessari da effettuare anche in tempi "drastici", purchè però questi siano fattibili in termini di impatto sull'economia e sulla popolazione e non siano destruenti nel breve termine.
Su questo concordiamo.L'intervento dello stato serve soprattutto a indirizzare le scelte delle imprese, se imponi di passare all'elettrico entro il 2035 tutti i produttori di automobili organizzeranno di conseguenza i loro investimenti di ricerca e sviluppo, allo stesso modo i produttori di energia elettrica sapranno di poter contare su quel mercato e faranno investimenti per soddisfare quella domanda. Ma quali risultati porteranno questi investimenti non lo sa nessuno, si andrà per approssimazioni successive.
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