Citazione Originariamente Scritto da alexeia Visualizza Messaggio
Da un lato si è sviluppato il discorso del tempo libero, del divertimento, del trovare a portata di mano e possibilmente anche di portafoglio tutte le attività legate a questa sfera, anche perché si apriva un mercato vastissimo. Rilanciare l'economia, rilanciare le città i paesi le coste la montagna etc. significava offrire luoghi di svago e punti di aggregazione, e quindi creare lavoro, creare occupazione.
Dall'altro però i posti creati sottraggono domanda. Una fetta dei nuovi fruitori di questo periodo di benessere deve per forza andare dall'altra parte del bancone, cercando di stabilire un equilibrio. E qui inizia l'anti-gara a chi tira fuori la pagliuzza più corta... perché quando mi hai convinto a essere gaudente consumatore in nome di una meritata libertà, poi è difficile pensare che no, non sono io quello lì... io resto dietro il bancone a guardare gli altri - coetanei, ragazzi come me - che si divertono.
Per fortuna, i giovani non ci stanno, e il sistema non arriva a trovare il punto di q equilibrio per cui xx consumatori sono assistiti da yy servitori.
E' di questo che si stanno accorgendo ora molte delle attività commerciali del tempo libero proliferate negli ultimi anni, e che continuano a lamentarsi su "i giovani che non hanno voglia di fare sacrifici" e "pensano solo a divertirsi"... eh sì, cocchino, li avete cresciuti voi così, proponendo il pacchetto completo, dall'aperitivo a un bar mi sposto poi in pizzeria e poi mi trascino al pub in attesa della discoteca, tanto domani è domenica e dormo... bellissima idea, fa anche guadagnare tanto, però non potete poi pensare che si regga solo sul fatto che da qualche parte esistano poveretti pronti a lavorare quasi gratis per rendere possibile ciò, a beneficio delle vostre tasche!
Perché in effetti questo è.
Secondo me si è pompato troppo su questo immaginario di vita, perché creava consumatori, senza porsi la questione nella sua globalità, nelle sue ricadute.
Nel momento in cui si riesca ad avere contratti equilibrati, riconoscimento del valore del lavoro e retribuzioni adeguate, il prezzo dell'offerta salirebbe, e parte del sistema cresciuto in maniera abnorme si sgonfierebbe. Il problema sono le molte attività nate sull'onda della moda, troppe, che soccomberebbero.
Molto molto interessante questo aspetto, che spesso viene sottovalutato.
Diciamo che forse l'errore (magari involontario) che si è creato in questa società è l'assioma tempo libero = consumare. Mentre invece il tempo libero non è solo il consumare (fare l'aperitivo, poi la cena, poi i digestivi, poi la discoteca, poi il porcaro alle 04.00, la domenica al ristorante, ecc.ecc.) ma anche fare attività che non implichino per forza il consumo/acquisto che necessiti della presenza di altri che, anzichè godersi il tempo libero, lavorano. Passeggiate, gite, ritrovi con gli amici al fiume, picnic, ecc.ecc. Poi io magari ho una visione distorta, perchè qui viviamo praticamente in mezzo al nulla, e qualsiasi luogo/bosco/tetto/fiume è buono per star lì e far festa e qualsiasi cima/bosco va bene per andarci a camminare, probabilmente in una grande città è forse un pò meno semplice.
Negli anni '70/80, quando i centri commerciali sostanzialmente non esistevano e i negozi la domenica erano chiusi, la gente o andava fuori città (mare/montagna/lago) o stava in casa, si facevano i pranzi in famiglia, si giocava a carte, si godeva del tempo libero senza consumare, appunto.