
Originariamente Scritto da
Jadan
Senti, cerchiamo di trovare un compromesso.
Se io devo cercare di capire che tempo farà fra 12 ore qui da me, con ogni probabilità una gita sul terrazzo di casa serve di più che una compulsata dei
GFS o di qualunque altro modello.
Ma se devo capire che cavolo farà quella stracacchio di depressione al largo dell'Iberia tra 8 giorni, la salita sul terrazzo di casa mi è utile solo per fare ginnastica.
I modelli di circolazione globale vanno SEMPRE adattati all'orografia del luogo. Sono tendenze che riguardono i mega spostamenti di masse d'aria e compito dell'aficionado di meteo è capire cosa, dato il mega spostamento, capiterà nel mio orticello.
Che siano matematici è una garanzia. Se sapessi che ogni sei ore c'è un gruppo di umani a far quei calcoli avrei molti più dubbi sulla loro affidabilità.
Ergo, (ecco il compromesso) non chiediamo ai quadrati di fare i tondi. Capire l'orticello è mestiere dell'aficionado che nell'orticello vive. Le previsioni a poche ore saranno sempre migliori se basate sull'osservazione diretta del cielo (toh, magari con l'aggiunta di un radar in tempo reale). Ma le previsioni a largo raggio (maggiori di 48 ore) non possono non presupporre un sistema di calcolo che cerchi di identificare i mega spostamenti.
L'aletrnativa è tornare a 30 o più anni fa, ai meravigliosi (senza ironia) manuali meteo per naviganti che ti dicevano di controllare il barometro (nelle ultime 6 ore), guardare il cielo, identificare il vento e capire se potevi tirar su le vele o no nelle successive 12 ore. Tutto bellissimo ed esattissimo.
Ma così, oltre le 48 ore (e dico tanto) non vai.
E allora, o ritorniamo alle previsioni esatte, puntuali, orticellistiche ma limitatissime, oppure ci affidiamo ai modelli. Sta poi a te capire come, dato il mega spostamento, si avrà o no questo o quel fenomeno da te.
Ma, per piacere, non dileggiamo i modelli. Senza di essi staremmo al rosso di sera bel tempo si spera o poco più.
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